La violenza cieca del fondamentalismo
A
leggere o riascoltare la testimonianza completa di suor Meena Barwa, indiana di
29 anni violentata e stuprata lo scorso mese di agosto da alcuni
“fondamentalisti indù”, si rimane con un senso di angoscia profonda
nell’anima.
Come
è possibile che nella terra che generò Gandhi e le fedi più rispettose di ogni
creatura vivente, si possa giungere a forme tanto dolorose di violenza
gratuita?
Nel
corso di una conferenza stampa che ha avuto luogo a New Delhi, suor Meena ha
voluto raccontare nei dettagli la violenza subita quasi ad esorcizzare la
paura, quasi a fare in modo che la memoria non le diventasse nemica. “Sono
stata stuprata –ha detto la suora – ma adesso non voglio essere vittima anche
della polizia dell’Orissa. Voglio un’inchiesta su questo”.
Si
perché, scandalosa quanto la violenza subita, si è rivelata anche la connivenza
della polizia che non solo non ha protetto la suora durante il tentativo di
linciaggio e quando volevano addirittura bruciarla viva, ma ha tentato persino
di dissuaderla dal denunciare.
“Dio
benedica l’India. Dio benedica tutti voi” ha concluso suor Meena.
E
Dio ci preservi da ogni fondamentalismo, religioso e non.
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