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Chiaiano: amianto nella futura discarica

Di Pietro Nardiello il . Campania, Dai territori

Da quando “Napoli è ritornata finalmente in occidente”, grazie ai
super poteri di Sua Emittenza, l’obiettivo principale che questo
Esecutivo si è imposto di raggiungere è quello della rieducazione dei
cittadini campani incapaci di pensare al proprio futuro e colpevoli, di
conseguenza, di rovinare l’immagine del mady in Italy all’estero.

Va
bene la camorra con le sue imprese con le quali bisogna imparare a
convivere, passano anche i morti ammazzati o le sparatorie, tipo Far
West, anche se coinvolgono degli adolescenti, tanto è sufficiente
inviare i militari, ma basta con i rifiuti abbandonati per le
strade. Adesso il nuovo decreto prevede il carcere per chi si rende
colpevole di questo reato e la rimozione, invece, dal proprio incarico
per le autorità locali che non provvederanno a rimuoverli. Sono in
tanti ad aver tirato un sospiro di sollievo perché, finalmente,
qualcosa si muove, certo, ma solo in superficie perché in Campania
appena si decide di scavare in profondità non emergono più
testimonianze archeologiche ma solo rifiuti tossici di ogni genere che
la criminalità organizzata ha interrato in tutti questi anni.

Rione
Chiaiano, zona nord di Napoli ai confini con il comune di Marano, qui
all’interno del Parco Metropolitano delle colline napoletane il
Commissariato di governo per la gestione dell’emergenza rifiuti ha
individuato una cava, dove fino a qualche mese fa vi era un poligono,
che dovrebbe diventare una discarica in grado di accogliere 
settecentomila tonnellate di rifiuti prodote dalla città capoluogo.  La
storia di questo luogo è ormai nota, anche se non troppo chiara,
all’intera Nazione. Li dove non vi è mai stata coscienza politica sono
nati dei comitati spontanei che hanno incominciato ad informare la
popolazione, con proposte, studi, tv web e a manifestare il proprio
dissenso ad un ennesimo scempio di un territorio per il quale non vi è
alcuna programmazione.
Così come nell’Oasi del WWF di Persano, in
provincia di Salerno, dove vi si voleva instituire una discarica, sulla
ruota della lotteria del Commissariato di Governo la cava di Chiaiano è
stata estratta per raccogliere i rifitui cittadini. Per impedire
l’accesso al sito il Governo ne ha fatto una zona militare difesa
dall’Esercito aldilà del filo spinato. Nessun dubbio, anche i carotaggi
hanno dato esito positivo ed i lavori “tutt’ora proseguono in piena
sicurezza”. Ma il diavolo, come si dice, ci mette la coda e proprio due
giorni fa,  a meno di tre settimane dall’apertura della prima delle
quattro vasche dove dovranno essere depositati i rifiuti “tal quali”
emergono 10 mila tonnellate di amianto, eternit ed altri rifiuti
speciali raccolti in sacchi recanti il marchio Enel. Una scoperta che
non è passata sotto silenzio nelle stanze della Procura  che ha
effettuato, ufficialmente, “un’ispezione” su mandato del procuratore
capo Giandomenico Lepore. Mobilitazione anche da parte dei comitati che
immediatamente sono scesi in piazza a manifestare il proprio dissenso,
durante le celebrazioni del 4 novembre, per quanto sta accadendo a
Chiaiano dove sembra si sia deciso di agire proprio come si voleva fare
con la discarica de Lo Uttaro a Caserta. In quel caso  solo grazie ai
comitati civici si potè scoprire che il Commissariato condotto da
Bertolaso avrebbe voluto realizzare una discarica legale in luogo dove
erano già stati sversati rifiuti pericolosi e di origine industriale.
In un dibattito pubblico, Bertolaso accusò i comitati di essere
“spioni, traditori di Stato”perché si erano rivolti ai giornalisti
della stampa estera per denunciare il tutto.
Cambiano i luoghi e i
tempi, ma il modo di fare delle strutture coordinate da Guido Bertolaso
rimangono le stesse. All’indomani della scoperta il generale
dell’esercito Giannini, braccio destro di Guido Bertolaso nella
gestione dell’emergenza rifiuti, si è chiesto, con alcune dichiarazioni
rilasciate all’edizione napoletana de La Repubblica, “dove fossero i
cittadin e quei comitati che vogliono difendere il parco delle colline
dalle ruspe del governo quando qui si sversava amianto e dove fossero,
ha poi proseguito,  i vari accademici insieme agli Ortolani e de Medici
che sostengono la protesta”.
Il generale probabilmente dimentica che
se una parte di popolazione, se pur minima, risulta essere espresione
diretta della camorra, lo riferiscono le inchieste dla magistratura,
quell’altra, la stragande maggiornaza, ha paura di ribellarsi perché sa
che i tribunali della criminalità emettono sentenze immediate ed
irrevocabili  e quando lo ha fatto con esposti, così come scrive
sull’edizione del 6 novembre, sempre di Repubbica il prof. Ortolani,
non ha mai ricevuto alcuna risposta da parte dello Stato.
Quelle
istituzioni che le varie inchieste della magistratura stanno
evidenziando colluse, in parte, con la criminalità. Ma quella parte
onesta dello Stato che quotidianamene adempie ai propri doveri, e che
avrebbe dovuto controllare quanto accadeva sul territorio dov’era in
tutti questi anni quando la Campania è diventata la terra Infelix?
 Intanto i comitati di Chiaiano hanno comunicato una nuova mobilitazione per sabato alle ore 16.00.

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