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Camorra, una vita che non paga
La carovana antimafia a Mondragone

Di Stefano Fantino il . Campania, Dai territori

Siamo quasi alla fine della
tappa che conclude la carovana antimafia in Campania, quando Don Lorenzo,
parroco di San Nicola a Mondragone chiede di poter intervenire. Un intervento
breve e sottolineato da una forte emozione. Don Lorenzo parla della
necessità di avere più fiducia nell’attività contro la camorra, di
coordinarsi maggiormente. E poi si rivolge ai camorristi, anche a quelli
presenti in sala, dice.  Affinché si rendano conto che la loro
vita è senza valore e senza senso. E poi si rivolge anche alla stessa
Chiesa, auspicando una condotta morale differente e l’allontanamento
delle persone che sono colluse o conniventi con la criminalità organizzata.
Per ridare al territorio domizio altre prospettive di futuro. Perchè
combattere la camorra non è solamente una azione moralmente valida,
ma anche economicamente vantaggiosa. Renato Natale è stato sindaco
di Casale  di Principe. Ma nella vita fa il medico. Inizia il suo
intervento,parlando di salute. Una salute che in queste zone è stata
spesso sacrificata in nome della criminalità organizzata. Quella camorra
che sparge rifiuti tossici, infesta il casertano e riduce questi territori
a un sottosviluppo e a privazioni socio-economiche pesanti. Combattere
la camorra quindi come sinonimo di abbattimento del degrado e riscatto
sociale.

Ne è convinto anche l’amministratore
di Mondragone, Achille Cennami che invita a vedere le mafie

«come nemici che hanno
minato lo sviluppo sociale di una regione potenzialmente ricca e prospera».
Lancia anche un invito, alla sua classe dirigente affinchè ricorra
sempre più a indispensabili strumenti democratici come «la trasparenza 
e la partecipazione, veri è propri fulcri su cui impostare una libertà
di coscienza che scardini la penalizzante logica della camorra».

Il dottor Conso della Dda
di Napoli riprende lo spirito positivo del sindaco e rilancia con il
suo personale “yes, we can” nella lotta alla camorra. La recrudescenza
casalese degli ultimi mesi è, secondo il magistrato,  «il segno
della loro crisi e la disperata risposta per intimorire le persone».«Ma
questa strategia non paga – continua Conso- e nel momento stesso in
cui i Casalesi sparavano, altri camorristi si pentivano». Il rendersi
conto che quella vita non paga.

Conso affronta anche il
tema del racket e pur comprendendo la paura che spesso attanaglia
i commercianti nel mirino invita ad un moto di coscienza affinchè quella «paura non sconfini nella collusione».
Un invito alla cittadinanza a collaborare attivamente per isolare i
criminali. Ma nella ricetta di Conso grande prevalenza è data all’aspetto
finanziario della camorra. All’indagine patrimoniale che rappresenta
la chiave di volta per sconfiggere i clan.

Concorda su questo Lorenzo Diana,
ex senatore Ds, intervenuto al dibattito per Articolo 21. «Combattere
la camorra non è combattere il singolo ma l’intera organizzazione»
e si dice molto felice del fatto che sempre più spesso agli arresti
seguano immediate confische di beni, che in questo modo vengono bloccati
senza che l’organizzazione che rimane libera possa sfruttarli. Si parla
di soldi, parecchi, come quei «170 mila euro al giorno di netti utili
che il clan Gionta fatturava» e che non possono farci ignorare un problema.
Che sia però considerato nazionale. Non che prima non lo fosse, anzi.
Ma come tale era trattato, relagato alle cronache provinciali o regionali.
In questo grande merito al lavoro di un Saviano e dei molti che si stanno
spendendo per far comprendere il carattere «nazionale » che deve assumere
la lotta alla camorra. E che la politica deve saper raccogliere come
una priorità.

L’intervento della dottoressa Giusti
della Dia di Napoli conferma questa necessità come la volontà di comunicare
ai giovani l’importanza di questi problemi. Ragazzi che sono stati durante
la mattina di ieri partecipi della prima fase della carovana e che hanno
potuto entrare in contatto con queste tematiche.

«C’è stata grande empatia- dichiara
Valerio Taglione di Libera Caserta –  e i ragazzi sono anche saliti
sul palco dimostrando molto interesse per le tematiche». Durante l’appuntamente
è stato anche letto il manifesto della Carovana Antimafie. Tra i propositi
quello a favore di un più celere riutilizzo dei beni confiscati. Interrogato
da Libera Informazione, Taglione ha detto che i lavori per la nuova
cooperativa di Libera in Terra di Lavoro stanno procedendo: «Oggi è
stato approvato il progetto della Fondazione Sud, un primo passo avanti.
Sono stati fatti i sopralluoghi con gli incaricati di Cooperare con
Libera Terra e proseguono i lavori burocratici in Questura». Un’ottima
notizia per la cooperativa che sulle “Terre di Don Diana” vuole
costruire una realtà simbolo per la comunità. Ricordando Don Peppe,
come lo spettacolo “Ass ‘e Marz” che chiude la tappa e lancia la
rincorsa a quel binomio 19-21 marzo che coinvolgerà attivamente la
società civile il prossimo anno

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