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Rassegna Stampa

Di redazione il . Rassegne

Niente più confini per le mafie. E’ noto ormai da tempo ma le cartine geografiche dei tentacoli delle mafie sono difficili da disegnare, complesse, imprevedibili e in continuo movimento. Dall’estero arrivano questa settimana notizie che parlano di mafie e allarmanti infiltrazioni nel tessuto sociale e imprenditoriale. Dalla capitale dove attira l’attenzione dei media l’allarme lanciato dal questore Fulvi  che indica  in alcuni ristoranti di Roma “possibili obiettivi di azioni violente poste in essere come ritorsione all’agguato avvenuto in Germania. Duisburg chiama e a Roma si risponde, e dunque la capitale potrebbe diventare terreno di scontro della guerra di ‘ndrangheta che vede contrapposti i Nirta – Strangio ai Pelle – Vottari.

Gli equilibri oggi sono diversi da un anno fa, le strategie anche. Alcuni importanti arresti e altri blitz delle forze dell’ordine hanno cambiato le carte in tavola, ma nel documento che porta la firma del febbraio 2008 poco dopo la strage di Duisburg si legge “ qualcuno tra questi negozi di ristorazione può essere obiettivo di azioni violente poste in essere come ritorsione al noto agguato avvenuto nell’agosto del 2007 nella città tedesca di Duisburg”. (L’Unità 29 ottobre 2008).  La capitale base logistica e possibile teatro di scontri e poi le altre, le regioni “tranquille” nelle quali da anni invece i tentacoli della ‘ndrangheta sono già oltre l’infiltrazione, sono ormai stabili.  Dalle pagine di “Left” ancora un altro racconto di questa “ragnatela” che ha sfondato gli argini  della legalità nel basso Lazio tanto da portare il prefetto di Latina a chiedere al ministro degli Interni lo scioglimento del Comune di Fondi (LT)  a causa di “presunti” condizionamenti mafiosi. Qui già da tempo la commissione antimafia uscente aveva segnalato la presenza di più mafie sul territorio e aveva aggiunto “vere e proprie joint – venture criminali consistenti in accordi fra famiglie calabresi di volta in volta alleate con cosche siciliane o campane” (Left, 27 ottobre 2008)

E mentre in Calabria si continua a sparare dentro una guerra passata silenziosamente sotto l’attenzione dei media e della politica (Quotidiano di Calabria, 2627 ottobre 2008, Gazzetta del Sud 27 ottobre 2008),  la Dda di Reggio mette alle strette politici, imprenditori, medici e dirigenti con l’accusa di aver formato ad un cartello che avrebbe “saccheggiato” le casse dell’ex Asl 9 di Locri (Quotidiano di Calabria, 24 ottobre 2008) e avanzano le indagini sull’operazione Caorsa, usura e racket, minacce perpetrate dalla cosca Mancuso ai danni di commercianti e imprenditori della zona (Quotidiano di Calabria, 25 ottobre 2008 1 ), tornano a far notizia arresti e sequestri nella Toscana degli affari nascosti targati ‘ndrangheta e Co. L’operazione “Falco”  ha infatti portato all’arresto di cinque persone legate al gruppo Farao – Marincola che stava esportando in Toscana il modus operandi della ‘ndrangheta fra le province di Lucca, Firenze, Pistoia, Prato e Pisa (Quotidiano della Calabria, 26 – 27 ottobre 2008).

E nella stessa settimana mentre in Campania è in corso il processo nei confronti del Clan Forcella principale gestore del cartello del traffico di droga nel partenopeo e l’altra Campania si ribella al racket dei Clan (L’Unità 25 ottobre 2008, Il Mattino 26 ottobre 2008, Il Mattino 28 ottobre 2008), dopo l’annuncio dello scrittore che aveva detto “vado via dall’Italia” sono state tantissime le manifestazioni, i reading, gli atti di stima e solidarietà spontaneamente nati in tutto il Paese. E a Casal di Principe, questa settimana, hanno fatto tappa anche le Istituzioni, dal senatore Schifani al ministro dell’Interno Roberto Maroni per dire che “ora lo Stato c’è”- Ora(?) (Il Mattino 2826 ottobre 2008, Il Corriere della Sera 27 ottobre 2008).  

Lo Stato c’è anche in Sicilia, dove con un blitz scattato la notte del 27 ottobre scorso sono finiti in manette, nella provincia di Trapani, ad Alcamo, esponenti delle cosche mafiose della zona, ma anche avvocati e politici per un totale di 21 provvedimenti ora al vaglio degli inquirenti. Per molti di loro l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Il sistema venuto alla luce dopo le ordinanze di custodia cautelare racconta di un meccanismo stabile di favori e connessioni reciproche per inquinare appalti pubblici nel campo dell’edilizia in particolare (Liberazione 28 ottobre 2008, Liberainformazione).

E infine le mafie che si affacciano in Croazia e ne fanno la Beirut dei Balcani. L’allarme scatta dopo gli omicidi di due giornalisti e della figlia di un avvocato. Saltati in aria, in pieno centro giovedì sera a Zagabria. Esecuzioni che portano il sigillo della mafia ma che ricordano anche altre morti, quelle della guerra di liberazione contro i serbi nei primi anni ’90. Al centro il contrabbando di sigarette a troppi contatti fra servizi segreti, politica e mafia (Libera Informazione, Corriere della Sera 26 ottobre 2008)

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