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Cronisti sotto tiro, la Fnsi
“Diventi un caso nazionale”

Di Alessio Magro il . Campania, Dai territori

A Caserta e a Casal di Principe per
stare accanto “ai colleghi e alle colleghe della Campania”, per
“farli sentire meno soli”. Perché “il sindacato sente la loro
situazione come problema nazionale”, e ancora “sente l’orgoglio
di rappresentare anche colleghi che quotidianamente rischiano la vita,
come Rosaria Capacchione, ma non solo lei”.

Così Roberto Natale, presidente della
Federazione nazionale della Stampa, ha aperto il suo intervento alla
riunione della giunta federale della Fnsi e della consulta dei presidenti
delle Associazioni regionali di stampa, svoltasi nel teatro comunale
di Caserta. Una riunione cui è seguita una trasferta a Casal di Principe,
ospiti dell’Università della legalità, che si trova in una delle
ville sequestrate ai boss.

I giornalisti in trincea, i sindaci
della zona, i rappresentanti delle associazioni in prima linea, “vogliano
ascoltare la loro voce, le loro proposte, per capire come al di là
dell’importanza della solidarietà di un giorno si possa far sentire
meno soli questi colleghi nel lavoro quotidiano e costruire una rete
di rapporti che renda meno rischiosa la loro attività”.

Natale rilancia così, e in pieno
feudo dei Casalesi, il progetto della scorta mediatica per i giornalisti
minacciati dalle mafie. E lo fa chiamando in causa i diretti interessati,
le firme note e anche i cronisti meno noti, proprio per questo un bersaglio
ancora più semplice da colpire. La Fnsi ci tiene a precisare: non solo
Saviano, “non vogliamo cavalcare l’onda, il nostro è un progetto
pensato da tempo e a lungo termine”.

E le proposte arrivano: ridisegnare
la logica della cronaca, per evitare di dare spazio alle gesta della
camorra, per evitare di fare da cassa di risonanza ai clan. Un problema
da affrontare al più presto: le voci della criminalità organizzata
non devono trovare spazio sulla stampa. E non solo: “Dobbiamo rivedere
i nostri elenchi – ha detto il segretario nazionale dell’Ordine
dei giornalisti, Enzo Iacopino – dobbiamo avere il coraggio di ammettere
che ci sono troppi silenzi e troppe reticenze tra noi”. Un’accusa
dura alla categoria, perché “spesso reticenze e silenzi sfociano
nella complicità”.

Non mancano le critiche costruttive.
“La nostra iniziativa vuole essere un seminario d’aggiornamento
per i giornalisti – dice Natale a Libera Informazione – uso questa
definizione perché dobbiamo lanciare un messaggio forte alla categoria.
Diciamo: bisogna ripensare i concetti di sicurezza e cronaca”. Una
critica al doppio binario con il quale si trattano le notizie.

“Diciamo no alla logica che minimizza
le notizie riguardanti le mafie e dà priorità alla questione immigrazione.
Sicurezza – aggiunge Natale – vuol dire garantire i cittadini di fronte
al dilagare della criminalità organizzata, vuol dire garantire i giornalisti
che, ogni giorno, fanno il proprio mestiere in territori difficili”.
E c’è poi il nodo della notiziabilità: “Basta con i fatti di cronaca
nera in tv – dice ancora il presidente della Fnsi a Libera Informazione
– hanno un’importanza relativa di fronte alle inchieste, ai grandi
temi come quello della criminalità organizzata, alle questioni nazionali.
E quella della scorta mediatica ai cronisti è appunto una questione
che noi vogliamo diventi nazionale”.

Attenzione costante, riflettori puntati,
ma anche misure di prevenzione: ‘Siamo qui – ha concluso Natale in assemblea
– per chiedere alle istituzioni di innalzare il livello di protezione,
e per testimoniare che l’informazione è cosciente della sua responsabilità
civile, soprattutto in zone gravate da problemi pesantissimi di criminalità
organizzata”.

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