Da Genova a Gela
Il pm Canepa ritorna in Sicilia
Riparte dalla sua Liguria alla volta
della Sicilia, Anna Canepa, sostituto procuratore presso la Dda di
Genova. Un ritorno per il magistrato ligure che già nel 1989 aveva
cominciato la sua carriera in quel di Caltagirone. Ora Gela, non
molto lontano. Una scelta di vita che il magistrato depura da ogni
patina di eroismo. Una semplice scelta professionale di chi decide di
andare sei mesi (con possibilità di rinnovo) a lavorare in un’altra
sede, nella procura gelese retta, oggi, da Lucia Lotti. Un ritorno in
un terreno purtroppo fertile per le mafie ma non sicuramente una
novità per il magistrato ligure.
Aveva iniziato, in Sicilia, ad
occuparsi degli stiddari e delle guerre interne con i mafiosi legati
al clan Madonia. Ritornata in Liguria ha portato alla condanna, sotto
la Lanterna, di quegli stessi clan che agivano nel Nisseno
(Madonia-Emmanuello) e aveva attecchito sulla costa ligure. Per la
piccola regione del Nord il più importante procedimento giuridico
sul tema della lotta alle cosche. Ora il ritorno in quelle zone dove
fu anche un obiettivo sensibili dei mafiosi che progettarano contro
di lei un attentato, fortunatamente sventato.
Ricordando quei giorni il pm Canepa
dice al Secolo XIX: «Non ho vissuto in modo drammatico quando venne
alla luce, non me lo porto dietro in modo drammatico. Al Sud il
quotidiano è problematico e certe cose si danno persino per
scontate. Senza eroismi. Il mio obiettivo è rigorosamente
professionale».
E così riinizia la sua avventura, in
una città dove troverà il sindaco Crocetta, che di legalità e
antimafia ha fatto una bandiera: «Aiuta stare dove il primo
cittadino ha certe sensibilità, più che ritrovarsi dove il
consiglio comunale è sciolto per infiltrazioni mafiose»
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