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Studenti choc: Saviano peggio dei clan

Di Raffaele Sardo* il . Campania, Dai territori

“La prossima volta si farà i fatti suoi
Si dice che lo devono uccidere? Sono fatti suoi”
“Ora nessuno sta più tranquillo
A noi la camorra non ha dato alcun fastidio”

 

Fa più danni Roberto Saviano che la camorra. Testimonianze choc dai
ragazzi del liceo scientifico “E. Fermi” di San Cipriano di Aversa che,
intervistati ai microfoni di Repubblica radio TV, da Giulia Santerini,
non hanno avuto alcun dubbio nell´indicare nello scrittore la causa dei
disagi che, dicono, si sta vivendo da qualche settimana tra Casal di
Principe e i comuni circostanti.
Alle
8 del mattino, quando il cronista si presenta col microfono e la
telecamera davanti all´istituto, la prima reazione di alcune centinaia
di ragazzi, è quella di scappare. Letteralmente. Ma poi un primo
studente rompe il ghiaccio. Ed è l´unico che apprezza Saviano: «Per me
è un esempio, perché ha avuto il coraggio di denunciare qualcosa di
difficile da combattere». Ma tu senti più coraggio, silenzio o omertà?
«C´è molta omertà».
Ecco gli altri, ed è una pioggia di critiche.
«La prossima volta si faceva i fatti suoi», fa il primo ragazzo che si
avvicina lentamente. «Se stava zitto, stava più sicuro», aggiunge una
ragazza. «E´ uno scemo», dice un altro. Perché è uno scemo?, gli viene
chiesto. «Perché è meglio che parlava della 167 di Secondigliano invece
di parlare della nostra città», dice con aria di sfida. «Se Roberto
Saviano non parlava, tutto questo non succedeva stavamo tutti
tranquilli», aggiunge subito un´altra studentessa avvicinandosi al
microfono.
«Se non ci sono nemmeno i pulmini per venire a scuola –
si lamenta un´altra – come dobbiamo fare?». E poi spiega lei stessa:
«Alcuni pulmini che trasportavano i ragazzi non erano assicurati e così
li hanno tolti. E ora siamo in difficoltà». Domanda seguente: quindi
voi dite che l´invasione delle forze dell´ordine, è colpa di Saviano?
«Sì, sì». Rispondono in coro i ragazzi disposti a semicerchio intorno
alla telecamera che non li inquadra in volto perché tutti minorenni. E´
come se Saviano d´un tratto fosse diventato il parafulmine per tutto
ciò che sta accadendo da queste parti. Arriva un altro: «Io non ci
credo alle minacce. Per me è un altro fenomeno mediatico, come tutto
quello che è successo fino ad ora».
«L´unica cosa che sappiamo è che
ora nessuno sta più tranquillo». Perché la camorra vi faceva stare
tranquilli? «Sì stavamo tutti tranquilli», è la risposta di una
ragazza. Ma la camorra ha inquinato il territorio, spaccia la droga –
obietta la cronista di Repubblica radio TV. «Ma non è vero», risponde
stizzita una ragazza con le treccine. Ma, insomma, la camorra come si
fa a sgominarla? «Secondo me – dice un teen ager – noi non dobbiamo
fare niente, perché a noi non da nessun fastidio». Altro intervento:
«Ci troviamo con quattro posti di blocco ogni mattina fuori
all´istituto. L´esercito non fa male alla camorra, fa male a noi». I
giudizi si assomigliano tutti. Protestano: «I militari fermano i
ragazzi sui motorini e chi non sta a posto ci va per sotto».
Saviano,
dicono in coro, ha di fatto portato tutta l´attenzione su Casal di
Principe: «Se prima non ci conosceva nessuno, ora ci conoscono tutti
quanti per le nostre cose negative. Se venivano qualche mese prima,
potevano vedere gli abitanti di San Cipriano e Casal di Principe,
quindicimila persone, dietro la madonna per la festa religiosa». I
genitori accompagnano i figli ma non si fermano. Una signora dice
soltanto. «Non voglio commentare niente».
Si avvicina un altro
giovane: è tra quelli che vuole dimostrare di saperla lunga: «Roberto
Saviano è una pedina in mano allo Stato. E´ stato sfruttato e adesso è
stato abbandonato. Verrà ucciso dai servizi segreti e la colpa ricadrà
su di noi».
Intanto suona la campanella. I ragazzi si affrettano ad
entrare. Il microfono è ancora aperto: c´è qualcuno che vuole dire
qualcosa a favore di Saviano? La domanda viene ripetuta ad alta voce un
paio di volte. Inutilmente. Non si fa avanti nessuno. Sono le 8,30. Il
cancello sta per chiudere. Tra gli ultimi che entrano, due ragazzi con
il motorino. Sono senza casco.

* da Repubblica Napoli

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