‘Ndrangheta: preso Pelle, latitante capo cosca
E’ un duro colpo, che ha di fatto decapitato il vertice della cosca Pelle-Vottari, quello inferto stamani dagli agenti della squadra mobile di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo che hanno arrestato Antonio Pelle, di 46 anni, soprannominato ‘u Vanchelli’ e meglio conosciuto come ‘la mamma’ proprio perché ritenuto il capo indiscusso di una delle famiglie protagoniste della faida di San Luca. Pelle è stato rintracciato in un bunker super-tecnologico realizzato in un capannone in costruzione nelle campagne di Ardore Marina. I poliziotti, che da diverso tempo erano sulle tracce del latitante, stamani hanno fatto irruzione nel capannone e si sono insospettiti quando hanno notato la differenza tra due diverse sezioni del pavimento.
Gli agenti hanno quindi rimosso alcuni pezzi di legno ed hanno scavato sul pavimento utilizzando dei martelli pneumatici. Dopo mezz’ora circa un pezzo di pavimento del capannone si è sollevato automaticamente grazie al meccanismo azionato dal ricercato che é uscito dal bunker e con le mani alzate ha gridato “non sparate, sono disarmato”. Il rifugio ricavato sotto il capannone era un vero e proprio mini appartamento con tre camere: una stanza da letto, un bagno, una cucina. All’interno c’era anche un settore dove è stata trovata una mini piantagione di canapa indiana. Il bunker era alimentato da bocchettoni d’aria che uscivano dal perimetro del capannone per una ventina di metri. Con Antonio Pelle, che era ricercato dal 2007 perché destinatario di una ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione Fheida, i poliziotti hanno arrestato anche il proprietario del capannone, Giuseppe Varacalli, di 55 anni, accusato di favoreggiamento.
Lo spessore criminale di Antonio Pelle è stato sottolineato dal capo della squadra mobile di Reggio Calabria, Renato Cortese: “é il capo di quello schieramento che ha portato all’omicidio di Maria Strangio nel Natale del 2007 e che ha suscitato la reazione delle cosche opposte culminata con la strage di Duisburg. Possiamo dire che Pelle è un capo in piena attività di comando”. Il Procuratore di Reggio Calabria, Giuseppe Pignatone, ha rivolto invece un appello affinché la “società si impegni per fare quello che gli compete”. Che Antonio Pelle sia tra gli ‘attori’ principali della faida di San Luca, e quindi della strage di Natale e di quella di Duisburg, lo dimostrerebbe il fatto che una delle vittime uccise a Ferragosto dell’anno scorso, Marco Marmo, si recò in Germania proprio per procurare un furgone blindato ed un fucile di precisione chiestigli dalla ‘mamma’.
Il mezzo e le armi dovevano servire per uccidere Giovanni Luca Nirta, capo dell’omonima famiglia e marito di Maria Strangio, uccisa nella strage di Natale a San Luca. L’arresto di Antonio Pelle, secondo il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, può portare a “rafforzare i rapporti con i colleghi tedeschi impegnati anche loro nella lotta alla ‘ndrangheta”. Secondo il presidente del Senato, Renato Schifani, oggi a Locri, “l’arresto di Antonio Pelle dimostra l’importanza della battaglia contro la criminalità organizzata. Si può fare e ci riusciremo”. Congratulazioni alla polizia per “l’importante operazione” sono state espresse dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e da diversi esponenti politici.
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