Delitto De Mauro, in aula si depone sul caso Mattei
Si è svolta ieri, davanti alla corte d’Assisi di Palermo, l’udienza del
processo per la scomparsa, il 16 settembre del 1970, del giornalista
dell’Ora Mauro De Mauro. Al centro dell’udienza, l’ultimo viaggio
dell’ex presidente dell’Eni Enrico Mattei, in Sicilia. Del delitto è
imputato, allo stato dei fatti, il capomafia Totò Riina. Secondo il pm
il giornalista negli ultimi tempi stava conducendo indagini proprio sul
caso Mattei; in particolare raccoglieva informazioni per conto del
regista Rosi intenzionato a girare un film sulla morte dell’allora
presidente dell’Eni. Numerose testimonianze di amici e familiari
confermano che il giornalista avrebbe dichiarato nelle settimane
precedenti al suo rapimento, di avere in mano uno scoop del quale, non
poteva ancora parlare a nessuno ma che coinvolgeva alte sfere di potere
nazionali e non.
Secondo
il pm proprio queste indagini posso aver avuto un peso determinante
nell’eliminazione del cronista. Ieri in aula sul banco dei testimoni è
salito l’ex dirigente regionale Umberto Barberi che, negli anni ’60,
era all’ufficio di gabinetto della presidenza regionale siciliana.
Barberi ha ricordato l’incontro, svoltosi nel 1962, tra Mattei e
l’allora presidente della regione siciliana Giuseppe D’Angelo. Dietro
l’incidente aereo – inoltre – come ha dichiara in aula il pentito Salvatore Riggio – che ne sarebbe venuto a conoscenza dentro ambienti mafiosi – ci sarebbe stato proprio il boss di Riesi Giuseppe Di Cristina.
Il
lavoro del pm Antonio Ingroia, avviato dopo 38 anni di indagini
proseguirà il 13 ottobre prossimo. Queste deposizioni portano alla luce
non solo frammenti di verità sulla scomparsa del giornalista dell’Ora
ma anche pagine di storia di una Sicilia, nella quale in quegli anni
Cosa nostra divenne braccio militare e politico di strategie nazionali all’interno di equilibri economico – politici internazionali.
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