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La rassegna stampa

Di redazione il . Rassegne

Ancora una strage nel casertano. Sette morti: sei extracomunitari e un italiano. Il litorale domizio teatro dell’ennesimo attaccco camorristico, il più grave della sua storia. E subito a rincorrersi le decisioni politiche, le uscite pubbliche sul “problema camorra”, mentre impazzava per strada la protesta degli immigrati e un territorio si interrogava sulla presenza o meno di uno Stato che vedeva di nuovo a terra sangue e cadaveri, in una zona già ampiamente martoriata.

A inizio settimana è arrivata la notizia: uno dei presunti sicari che hanno colpito nella “strage di San Gennaro” è stato arrestato. Era ai domiciliari a casa dei genitori a Baia Verde, il ventinovenne Cesarano, condannato per spaccio (leggi su Corriere della Sera, Avvenire, Gazzetta del Sud). Del commando che ha fatto fuoco Cesarano, riconosciuto da un testimone, sarebbe stato una importante pedina. Nel frattempo si scatena la caccia agli altri assassini e si attendono le dichiarazioni del fermato (leggi sul Mattino del 24 settembre) Nei giorni seguenti il giovane, dichiaratosi innocente, ha visto confermato il fermo dopo le decisive accuse del testimone del massacro. L’alibi fornito di Cesarano non è sembrato credibile (leggi su Il Mattino del 25 settembre).

Parallelamente alle indagini che hanno cercato di ricostruire gli autori del massacro che ha portato a sedici morti il numero delle vittime in pochi mesi nel casertano, si sviluppa la diatriba politica e si muovono i primi passi per affrontare la situazione. Più forze a presidiare il territorio, compreso l’esercito. Cinquecento soldati nelle terre dei casalesi dice il ministro Maroni (leggi sul Corriere, 24 settembre). Si dovrebbero aggiungere ai 400, tra finanzieri, poliziotti e carabinieri che due giorni prima sono stati inviati per tamponare l’emergenza. Contigente abbastanza sfuggente, stando ad un articolo, firmato da Massimiliano Amato sull’Unità il 24 settembre (leggi).Scettico a riguardo il prefetto Serra che ammonisce a spendere diversamente i soldi: un metodo questo che non aiuta a fermare la camorra (leggi).

Guerra civile per Maroni quella che si combatte nel casertano: la soluzione dei 500 militari in azione per tre mesi sembra l’unica contromossa del governo (leggi su Mattino  del 24 settembre). E scoppia la polemica interna al gabinetto Berlusconi. La Russa e il ministro dell’Interno si scontrano: non guerra civile ma lotta tra bande per il ministro della difesa (leggi su Mattino, Unità e Corriere del 25 settembre). E mentre impeversa la bagarre e i titoli si dividono tra camorra, esercito e liti interne (vedi), l’Avvenire rimarca il lavoro sul territorio svolto da alcuni “sacerdoti di trincea” (leggi su Avvenire del 25 settembre) contro la camorra.

Intanto in Australia viene arrestato un ‘ndranghetista che che aveva ottenuto l’ingresso tramite un visto “umanitario” e un camorrista in Spagna, il terzo grosso elemento di spicco catturato dalle forze iberiche (leggi sulla Gazzetta del Sud).
Intanto a Napoli il 23 settembre si è celebrata la commemorazione di Giancarlo Siani (leggi su LiberaInformazione) e con la consegna del V premio Siani (Il Mattino). In Calabria , a Rossano, ombra del racket dietro un incendio allo Scalo: un locale intorno alle due di notte. Dopo le prime indagine emergono particolari riconducibili a un mancato pagamento del pizzo (leggi su Quotidiano).
In Sicilia un 17enne spacciatore si ribella e fa arrestare dieci persone: una storia di riscatto come l’ha definita il capo della mobile Linares (leggi su Avvenire). Mentre a Messina l’operazione “Zaera” della Ddda ha portato alla luce affari di boss, omissioni e condizionamenti sui mercati cittadini.

A Reggio arrivano due magistrati alla Dda così il pool raggiunge quota dodici (leggi su Quotidiano) mentre Francesco Pelle, arrestato nei giorni scorsi a Pavia, si dichiara estraneo ai clan (leggi). E a Crotone 7 indagati per disastro ambientale: scuole e abitazioni costruite con materiali tossici, presenti anche arsenico e mercurio (vedi).

A Palermo arrestato l’avvocato dei Lo Piccolo: faceva di un gruppo che tentava la scalata al Palermo Calcio (leggi). Intanto la Cassazione ha affermato che saranno ritenute valide le dichiarazioni rese dai pentiti anche dopo i 180 giorni dall’inizio della collaborazione (leggi su Avvenire).

In Campani continua l’allarme clan-rifiuti: minacce ad alcuni operai e sabotaggi (leggi sul Mattino). Intanto in questi giorni a Caserta un meeting di Confindustria per la legalità invita gli imprenditori a non mollare (leggi su il Mattino)

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