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Catania, Comune sul lastrico
La città resta al buio

Di n.f. il . Dai territori, Sicilia

Per la sua gestione “allegra” della Cosa Pubblica l’opposizione locale lo ha ribattezzato Sciampagnini. Lui però si schermisce, dichiara alla stampa che “le colpe sono tutte da verificare”. Fatto sta che per i più la colpa è tutta sua, di Umberto Scapagnini . Un uomo che, oltre ad essere il medico personale di Silvio Berlusconi, e non è cosa da poco, è stato sindaco di Catania dal lontano 2000 fino alle ultime elezioni comunali del giugno 2008. Otto anni in cui il comune alle pendici dell’Etna è scivolato inesorabilmente in un baratro di bilancio da guinness dei primati. Qualcosa di spaventoso, che – oltre alle attenzioni della Corte dei Conti e del governo centrale – ha stuzzicato la curiosità dei principali giornali nazionali (vedi link correlati).

Il debito catanese ammonta a un miliardo e sette milioni di euro. E ciò significa, in termini concreti: mezza città al buio, strade dissestate, servizi sociali allo sbando, grossi ritardi nei pagamenti degli stipendi, scuole sfrattate per morosità. Una città che giorno dopo giorno va conoscendo l’incubo del dissesto finanziario e che – ormai – quasi spera nel commissariamento, come fosse una purga capace di lavare tutti i mali. Intanto il nuovo sindaco, Raffaele Stancanelli, di An, si mette le mani nei capelli: “Con una situazione del genere, la città non può aspirare a nessun futuro”. Il problema è che anche il presente non dice nulla di buono.

Fonte: www.90011.it

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