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Un ventennale per ripartire

Di Rino Giacalone il . Dai territori, Sicilia

Non era uno «estraneo» al territorio, ma di questa città aveva scelto di essere pienamente cittadino. E Mauro Rostagno lo andava dicendo, «Io sono più trapanese di voi perché ho scelto di esserlo». Anche lui è morto, ammazzato, a settembre. Era il 26 settembre del 1988.

Venti anni dopo siamo come tanti messi dietro la  porta della Procura antimafia di Palermo in attesa che esca fuori la verità su quel delitto, da quando si è saputo che la squadra Mobile di Trapani attraverso una perizia balistica ha individuato la «firma» di Cosa Nostra trapanese in quel delitto del quale allo stato l’unico indagato è il capo mafia Vincenzo Virga. E quindi si attende che la magistratura, cancellando gli anni in cui si sono susseguite una serie di richieste di archiviazione, presenti l’ordinanza che porti al processo in Corte di Assise contro chi ha ucciso e fatto uccidere Rostagno. Intanto c’è un pezzo di società civile che si è dato da fare: ha raccolto le firme in calce ad un documento con il quale si è chiesto di non far spegnere i riflettori sul delitto e sulla città, ha iniziato un percorso nuovo, analizzando quasi come faceva Rostagno, la risposta dei cittadini trapanesi, «in questo caso – dicono dall’associazione Ciao Mauro che ne è promotrice – rispetto alle ragioni della loro adesione massiccia all’appello». Si sta preparando una «tre giorni» per ricordare Rostagno a 20 anni dal delitto.

E  il tentativo è quello di far venire fuori le testimonianze del tempo, cominciando, probabilmente, da quelle di Chicca Roveri e Maddalena Rostagno. «Ci piacerebbe ad esempio incontrare quei ragazzi intervistati allora nel corso del corteo funebre di Mauro – dicono dall’associazione Ciao Mauro – oppure uno di quelle bambine che hanno mandato disegni e pensierini a Chicca in quei giorni tristi. Oggi sono donne e uomini cresciuti, probabilmente hanno figli; chissà cosa fanno, cosa pensano, cosa ricordano? Vorremmo fortemente incontrarli, vorremmo ascoltare la loro storia». C’è poi un desiderio: «Speriamo che da questo ventennale in poi non si celebri solo la data della scomparsa di Mauro, ma anche quella dell’inizio alla vita, quella del suo compleanno».

Il «lavoro» per il ventennale si sta concentrando come punto di riferimento nella «Casa Nostra» assegnata dal Comune di Erice ad una serie di associazioni, come Saman, la comunità fondata da Rostagno. Questa è la palazzina appartenuta al boss Vincenzo Virga e che gli è stata confiscata. Fa impressione, ma è ragione per puntare ad un vero riscatto, che nelle stanze di quella palazzina di via Clemente 20 anni addietro si sarebbe deciso il delitto Rostagno ed oggi si pensa invece a organizzare la rivincita contro Cosa Nostra.

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