Camorra, secondo arresto in Catalogna in un mese
Catturato a Barcellona il latitante Laurenti
In Catalogna, in poco più di un mese,
due arresti di latitanti facenti riferimento alla camorra. A finire
in manetta questa volta è stato il trentunenne Raffaele Laurenti,
affiliato al clan Frizziero, operante nei quartieri partenopei di
Mergellina, Torretta e Chiaia. L’operazione ha visto collaborare
Carabinieri italiani e Guardia Civil nella capitale catalana, dove
era ospite di una donna brasiliana.
Laurenti, secondo fonti della Guardia
Civil, si stava nascondendo in un appartamento in calle Calabria fino
a che l’appostamento degli investigatori non è entrato in azione ,
alle otto di sera, e ha posto in arresto il latitante. Accusato di
associazione a delinquere di stampo camorristico finalizzata alle
estorsioni e alle rapine, Laurenti era già sfuggito ad un arresto
nel gennaio scorso e su di lui pendeva una ordinanza di custodia
cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli.
Lo scorso 10 agosto una similare
operazione aveva posto in manette Patrizio Bosti, 49enne, incluso
nella lista dei trenta più pericolosi latitanti italiani. Una
operazione congiunta delle forze di polizia spagnole e italiane aveva
bloccato Bosti mentre cenava. Un ristorante a Platja d’Aro, nei
pressi di Girona. Ancora Catalogna. Il latitante, accusato di duplice
omicidio e associazione a delinquere di stampo camorristico
finalizzata alle estorsioni e al traffico di droga non era però
stato il primo a finire in carcere, in Spagna.
Anche un altro boss come Fausto
Frizziero, capo dell’omonimo clan, era finito in manette lo scorso
anno, sempre in territorio spagnolo.
Fonti investigative della Guardia
Civil hanno spiegato come la Catalogna, e più nello specifico le
province di Girona e Barcellona, sono favorevoli a coprire la
latitanza di pericolosi affiliati ai clan per diversi motivi. La
vicinanza al Mar Mediterraneo in primis, con la possibilità di
gestire stabilmente i traffici attraverso le rotte marittime. Per lo
stesso moptivo importante è la vicinanza con la frontiera francese.
In ultimo la presenza di Andorra, paradiso fiscale entro cui
riciclare le proprie fortune illecite.
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