Intimidazione al giudice Giacomo Montalbano
Venerdì notte ignoti hanno tagliato la rete di recinsione dell’ abitazione del giudice Giacomo Montalbano, a San Nicola l’Arena (Pa), si sono introdotti dentro la villa e hanno appiccato il fuoco alla pineta che circonda l’abitazione, sita ad una ventina di chilometri dal capoluogo siciliano. I malviventi sono poi fuggiti a bordo di un fuoristrada; la sgommata dell’auto che si allontanava e l’ardere del fuoco avrebbero svegliato il magistrato. I vigili del fuoco hanno quindi bloccato in tempo le fiamme. E’ la prima intimidazione nuovamente rivolta verso un magistrato in prima linea dopo un periodo di “silenzio” di Cosa nostra.
L’attenzione è tornata altissima e c’è massimo riserbo da parte degli inquirenti, tanto che il fatto è accaduto nella notte fra venerdì e sabato scorso ma la notizia è stata diramata dalle agenzie solo oggi. Il servizio di vigilanza nei confronti del giudice è stato immediatamente intensificato.
Il magistrato attualmente in servizio presso la corte d’assise di Caltanissetta in questi anni si è occupato dei più importanti procedimenti della vita giudiziaria del palermitano: dall’ operazione “Grande Mandamento”, nella quale come Gip, ha ordinato l’arresto dei fiancheggiatori di Bernardo Provenzano sino all’inchiesta “Talpe alla Dda”, nella quale sono coinvolti l’imprenditore Michele Aiello e l’ex presidente della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro. Montalbano è stato, inoltre, presidente del collegio del tribunale della misure di prevenzione che il mese scorso ha emesso il provvedimento di confisca dei beni dell’imprenditore nisseno Pietro Di Vincenzo, per un valore di 240 milioni di euro.
Dalle istituzioni regionali sono arrivate parole di solidarietà in favore del giudice e aspra condanna del gesto mafioso. Resta il fatto che notizie così hanno tutto il sapore indicibile e amarissimo di una stagione passata.
Passata, dicevamo.
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