Arte Nostra: danzando contro la mafia
T-shirt verde, volti sorridenti e piedi in movimento per “Arte Nostra”, la prima di una serie di iniziative proposte dal Teatro Massimo Bellini di Catania per favorire e alimentare la cultura della legalità, attraverso l’arte, la musica, lo spettacolo. Un Dance Attack per dire no a tutte le mafie. Un happening con 1.000 giovani ballerini che, per la prima volta, sono scesi in strada ieri invadendo pacificamente le piazze di Catania.
“Quello della danza è un linguaggio universale – ha detto il sovrintendente del Bellini Antonio Fiumefreddo, ideatore della manifestazione – oggi, in questa piazza, è la dimostrazione di come l’arte possa essere anche un messaggio contro le mafie, contro tutte le mafie. Per tre ragioni: perché è un messaggio di liberazione laddove c’era occupazione, perché è un momento di festa in un luogo in cui si è pianto, perché c’è movimento dove c’era costrizione. Grande è la mia sorpresa e enorme la mia soddisfazione per la straordinaria adesione a questa ‘chiamata’ del Teatro Bellini, perché è la dimostrazione che c’è una parte viva e vitale della città che è ancora maggioranza e che non si rassegna”. Presenti alla manifestazione, anche la conduttrice Martina Colombari (madrina dell’evento), istituzioni locali, l’imprenditore antiracket Andrea Vecchio e il presidente di Confindustria Sicilia, Ivanhoe Lo Bello.
Non solo musica, balli e cori, ieri in piazza Palestro a Catania ma anche un fuori programma. A darne notizia è lo stesso sovrintendente del Bellini che dichiara “a poche ore dall’evento abbiamo appreso che gli allievi di una scuola di danza hanno dovuto rinunciare su pressione dei genitori, che non avrebbero gradito il messaggio antimafia”.
Ci sono stati anni a Catania, nei quali era persino difficile riempirla una piazza “difficile” com’è quella di Palestro e forse che siano stati solo in 100 i ragazzi a restare a casa – come commenta Fiumefreddo – “è una svolta storica”. Ma dall’altro lato, spiazzano le posizioni non chiare di questi genitori che non avrebbero gradito il logo della manifestazione, le finalità del messaggio e a dire il vero, non è ancora bene chiaro cosa o perché.
Nella Catania delle tante divisioni, questo Dance Attack ha provato a scalfire i muri di silenzio cementificati dall’indifferenza. Un attacco frontale e inaspettato, fresco e divertente, immediato e “liberatorio”, come solo i giovani e la cultura possono sferrare alle mafie, ancor più delle leggi e della politica. Ed è un colpo che una parte dell’ opinione pubblica catanese non è evidentemente ancora pronta a sferrare in maniera corale ed indivisibile. Ma è già un risultato che questo happening artistico abbia avuto inizio e che a promuoverlo sia stato proprio uno dei centri culturali più istituzionali della città, il teatro Bellini.
Non è da escludere, infine, nella Catania dei “fuori programma” che non ti aspetti, che in seguito si possano capire meglio anche i perché di queste defezioni, consentendo in futuro a questi 100 ragazzi di prendere parte alla vita sociale e civile della città, attraverso l’ arte che amano.
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