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Manganelli e Puglisi: dietro gli incidenti la camorra
Incontro pomeridiano con la Dda

Di Stefano Fantino il . Campania, Dai territori

Una
influenza della criminalità organizzata, la camorra che si insinua
nel tifo partenopeo, e l’ inchiesta sui disordini affidata alla Dda
di Napoli. A dare il via alcune dichiarazioni, rilasciate nel giorno
della commemorazione di Dalla Chiesa, a 26 anni dalla morte, dal capo
della polizia Manganelli, che da Palermo rilancia a riguardo delle
devastazioni degli ultrà napoletani in trasferta a Roma.«Abbiamo
modo di ritenere che dietro la conduzione degli incidenti provocati
dai tifosi napoletani ci sia l’influenza della criminalità
organizzata» dice Manganelli. Il capo della polizia ha dunque
dichiarato di aver inviato il capo della Criminalpol Cavaliere e il
responsabile della direzione centrale anticrimine Gratteri a Napoli
allo scopo di coordinare maggiormente le indagini con i funzionari
operanti sul luogo.

Un
incontro centrale sarà quello con Antonino Puglisi, questore di
Napoli che già in mattinata aveva offerto una sponda concreta alle
dichiarazioni di Manganelli. Anche il funzionario ha infatti avuto
modo di ipotizzare la presenza di infiltrazioni camorristiche:
«Stiamo lavorando anche sull’ipotesi che tra i responsabili delle
violenze si sia infiltrata la criminalità organizzata». Il questore
ha dichiarato che la presenza accertata di collegamenti con la
camorra potrebbe essere anche alla base delle pesanti agitazioni che
hanno intorbidito la prima giornata del campionato di calcio.

Delle
dichiarazioni molto dure, che per la prima volta pongono davvero in
evidenza il possibile rapporto osmotico tra tifo violento e
criminalità organizzata. Anche dopo la morte dell’agente Raciti
durante gli scontri del 2 febbraio 2007 fuori dello stadio di Catania
durante un derby (Catania-Palermo) si ipotizzarono delle
infiltrazioni mafiose nelle frange più estreme del tifo organizzato.
Sollevò l’ipotesi l’ex sindaco di Catania ed ex ministro
dell’Interno Enzo Bianco e la procura dichiarò che nonostante le indagini si fossero svolte a 360 gradi non erano emersi
collegamenti tra l’ omicidio dell’ ispettore e la criminalità
organizzata. Rimaneva invece in
piedi la possibilità di accordi tra forze del tifo e criminalità
organizzata per il reperimento di droghe e soprattutto armi.

Ma
nel caso napoletano le dichiarazioni forti ed eloquenti dei massimi
esponenti degli organi di polizia rappresentano una chiara novità,
corroborata dalla decisione di affidare il fascicolo delle indagini
alla Dda napoletana. Il questore Puglisi infatti insiste: «Sappiamo
che tra i gruppi del tifo organizzato ci sono collegamenti con con
frange della criminalità organizzata. Stiamo vagliando l’accaduto e
nelle prossime ore potremo esprimere una valutazione più precisa»
facendo implicito riferimento all’incontro pomeridiano in Procura.

Il meeting con il coordinatore della Dda
Franco Roberti e il suo team titolare di inchieste sulla criminalità
organizzata èun ulteriore elemento che rafforza la possibilità della
presenza di collegamenti e infiltrazioni nelle tifoserie, atte a
manipolarne e guidarne la violenza. Tuttavia Roberti frena evitando di accogliere«a prescindere» l’ipotesi della collusione tra tifosi e criminalità organizzata.

Resta il grande interrogativo,
qualora venissero dimostrate le ipotesi accusatorie, di comprendere
quali siano gli interessi dei clan nello sfruttare le tifoserie,
quali i fini ultimi di un insediamento così plateale dentro le
frange più dure dei frequentatori degli stadi.

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