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L’ex contabile dei Rodríguez ha rilasciato la sua testimonianza alla Finanza

El Espectador il . Internazionale

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Una
dichiarazione esplosiva di 21 pagine, consegnata lo scorso mese di
aprile all’Unità di Investigazione dei Delitti Finanziari,
fornisce un’utile pista alle autorità su come il clan dei
fratelli Gilberto e Miguel
Rodríguez
Orejuela,
estradati negli Stati Uniti da più di tre anni, attraverso
l’aiuto di terzi, ha “ripulito” le sue milionarie fortune
illecite e, durante gli ultimi dieci anni, ha creato una sofisticata
rete di prestanome in diverse città del paese, che permise ai
criminali di continuare a usufruire di consistenti dividendi
provenienti da beni immobili acquistati con il denaro della mafia.

Il
protagonista di queste dettagliate rivelazioni fatte alla giustizia è
Gustavo Hern
án
Romy Verges, un ex contabile dei Rodriguez, che da agosto 2007
risiede all’estero ed è diventato un testimone stellare della
Finanza dentro il ristretto numero 3.378, nel quale si fanno indagini
sui prestanome dei Rodriguez e degli affari che continuano ad essere
svolti per conto dei loro figli, familiari o amici. Romy, un
contabile pubblico di 47 anni che nel 1997 iniziò a lavorare
come amministratore immobiliare della famiglia
Rodríguez
Orejuela,
ha raccontato al Ministero della Finanza, con documenti già
consegnati alla DEA che il sistema comprendeva almeno 75 prestanome.

Proprio
nei momenti che vedono un forte scontro fra Fernando Rodríguez
Mondragón (figlio maggiore di Gilberto) e i suoi fratelli per
episodi legati a dispute nell’interno della famiglia, El Espectador è
venuto a conoscenza della dichiarazione del contabile Romy, che
prende alla sprovvista il circolo intimo dei fratelli Rodríguez
Orejuela e dove menziona in particolare Humberto, Jaime e Alexandra
Rodríguez.

Romy
sostiene che nel 1997 fu assunto per inventariare, organizzare e
presentare un informativa di varie società appartententi ai
Rodríguez, come Atlas, Cosmovalle, Inversiones Rodríguez
Ramírez, Mondragón, Inversiones ABC, Inversiete e
Interamericana de Construcciones.

In
seguito, Alexandra Rodríguez gli offrì di lavorare con
la famiglia per “continuare l’opera di cedere gli immobili,
venderli e amministrarli tramite le aziende immobiliari “Geneca
Ltda. e Imtasa”. Secondo Romy, lo resero socio di una di queste
imprese, e quattro mesi più tardi Alexandra gli propose di
amministrare immobili a nome di terzi o prestanome.

Alla
fine del 1998, Romy si stava dedicando pienamente a questi affari. “I
beni amministrati dall’agenzia immobiliare Casa Muebles passarono ad
essere gestiti da me, perchè in quel periodo incominciarono le
soffiate e c’era un clima di paura, infatti, se i sospetti fossero
ricaduti sull’impresa immobiliare, sarebbero venuti a conoscenza dei
beni intestati ai prestanome.

Romy
ricevette la gestione di 120 immobili dei Rodríguez, li
classificò secondo una serie di dati, aggiungendo dettagli sul
loro stato commerciale, e con Alexandra definirono un sistema di
codici per identificarli: X per tutti gli immobili di Gilberto
Rodríguez e X2 per gli immobili di proprietà congiunta
di Gilberto e Miguel Rodríguez. Secondo Romy, Alexandra gli
chiese di mettersi d’accordo con gli avvocati affinchè i beni
avessero un atto aperto per ognuno dei prestanome. “Si decise di
presentare un’informativa mensile di contabilità per
determinare gli interessi. Questo sistema operò per 9 anni”
ha confessato Romy.

Alcuni
dei prestanome, confessa Romy, erano familiari dei Rodríguez,
che occupavano immobili senza pagare l’affitto, e aggiunge che gli
immobili li ricevette per ordine di Alexandra, Humberto o Jaime
Rodríguez e che i prestanome di questi nuovi beni erano scelti
da loro “ e venivano pagati con una commissione del 7% del valore
posto nell’atto relativo al bene in questione”.

Il
testimone afferma anche che quando c’era una vendita reale, Humberto
era il responsabile dell’operazione, e che nei casi in cui si
sottoscrivevano contratti di cessione con funzionari giuridici, le
imprese depositavano il valore del canone in un conto di risparmio a
nome dei prestanome, gestito da Romy attraverso una carta di credito.

Ci
sono documenti di consegna di questo denaro ad Alexandra e Humberto,
ci sono ricevute di consegna firmate da loro o dai loro segretari”,
confessò il testimone, che già ha dato questa
informazione, con tutte le prove, ad agenti della DEA. Ugualmente,
raccontò che gli interessi degli immobili dei Rodríguez
non venivano consegnati, ma impiegati in altri bene, e che queste
relazioni di entrate ed uscite gli venivano date in informative che
tiene sia in forma scritta che magnetica, che ha già
consegnato agli Stati Uniti. Romy dice che da molto tempo aveva
chiesto ad Alexandra di ritirarsi dagli affari, ma lei non glielo
permise.

Fino
al 13 di agosto del 2007 lavorò con i Rodríguez, il
giorno seguente andò all’estero e oggi è testimone
protetto della DEA. A Romy, era stato possibile vedere le opportunità
che la famiglia Rodríguez ebbe per evitare questo tipo di
attività illegali, che ancora vengono sfruttate. Infine, il
contabile menzionò l’indirizzo di alcuni beni, una lunga lista
di prestanome e imprese vicine al clan dei Rodríguez. El
Espectador si astiene dal pubblicare i nomi per non avere alcuna
influenza sulle indagini della Finanza.

Un
membro vicino alla famiglia, consultato da questo quotidiano, afferma
che il il contabile Gustavo Hernán Romy li aiutò quando
le loro società furono consegnate alla Finanza; che lavorava
con una agenzia immobiliare e che collaborò elaborando un
programma di computer specifico per il pagamento di imposte e
cessione dei beni.”Non so perché denuncia queste cose o se
gli hanno offerto benefici affinché confessasse. È
scomparso da un momento all’altro e non sapevamo niente di lui fino
ad ora.”,ha puntualizzato.

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