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C’è il Far West su le “Strade Sicure”

Di Pietro Nardiello il . Campania, Dai territori

Le strade della Campania sembrano
sempre più simili a quelle del far west che a quelle “Strade sicure”,
invece, volute dal governo che ha provveduto ad inviare da alcune settimane,
anche nel capoluogo partenopeo, duecento militari circa. Pattuglie miste
che vedono  militari e forze dell’ordine impiegate nel pattugliamento
di luoghi con maggiore affluenza turistica e per il presidio di obiettivi
sensibili. Nessuna di queste unità, però, è stata inviata a Scampia,
Forcella o ai Quartieri Spagnoli probabilmente, si può dedurre, perché
nessuna di queste zone è meta turistica e forse, per chi decide la
gestione del controllo del territorio, sono da considerarsi quartieri
irrimediabilmente irrecuperabili. 

Un’operazione che, fino ad
ora, se si esclude qualche  azione antipirateria con piccoli sequestri
di materiale contraffatto, non sembra aver sortito quei frutti che 
il ministro degli interni Maroni continua ad auspicarsi. Nonostante
i reati siano in calo, 76.094 nel primo semestre 2007,  68.990
nei primi sei mesi di quest’anno (i dati sono stati forniti dalla
Questura di Napoli durante l’incontro di ferragosto), i cittadini
non percepiscono “quella maggiore sicurezza” che si crede possa
essere offerta esclusivamente dalla presenzenza sul territorio di una
piccola aliquota di militari. Anche il nuovo questore di Napoli Puglisi
ha dichiarato come sia “necessaria molta prevenzione rispetto alla
comunque importante repressione”.

Ma veniamo ai fatti. Le strade in terra di camorra
continuano ad essere insicure, chi vuole sparare lo fa sapendo di rimanere
impunito perché cosciente di quel potere diffuso che consente alla
criminalità organizzata un perfetto controllo del territorio. Proprio mentre i militari giungono
a Napoli accolti da pontificazioni e le poche analisi oggettive a Castel
Volturno, qualche chilometro più a nord, in un agguato di camorra vengono
assassinati due immigrati albanesi. Le indagini, tutt’ora in corso,
battono la pista di un regolamento di conti per ristabilire le gerarchie
nello spaccio di sostanze stupefacenti. Ma l’elenco di azioni violente
prosegue e solo qualche ora dopo, a Napoli, un giovane di 21 anni che,
in compagnia della sua fidanzata reagisce ad un tentativo di rapina,
viene gambizzato con cinque colpi di arma da fuoco. Ma la criminalità
organizzata nelle terre di Don Peppe Diana, sempre a Castel Volturno,
spara ancora, giungiamo al 18 agosto, questa volta con un’azione dimostrativa
con la quale non si è voluto procurare la morte. Quattro uomini fanno
irruzione nella villetta di Teddy Egonwman, un nigeriano presidente
dell’asscociazione nigeriani presenti in Campania e promotore di iniziative
anti-prostituzione, sparando colpi di arma da fuoco nei confronti dei
presenti. Tutto questo a poche centinaia di metri dalla stazione dei
carabinieri e del commissariato di polizia locali. Un avvertimento nei
confronti di Egonwman e della sua nobile azione svolta in favore delle
proprie connazionali. Nelle stesse ore, questa volta a Pagani, in provincia
di Salerno, in una piazza affollata di persone i sicari dei clan sparano
ferendolo a morte un tunisino ed un italiano, e ferendone un terzo.

A seguito, poi, dell’ennesime
rapine registrate sul proprio territorio il sindaco di Portici Vincenzo
Cuomo ha parlato “di situazione esplosiva giunta al limite della sopportazione
–invocando- un’adeguata risposta dello Stato”.

L’operazione di parata “Strade
sicure” ha però vinto, nonostane tutto, la sua battaglia mediatica
fino a quando, dopo l’aggressione ai due turisti olandesi avvenuta
a Roma, anche sulle spiagge tra Torre Annunziata e Castellammare si
è registrata l’ennessima aggressione con stupro questa volta, però,
nei confronti di una coppia di turisti tedeschi che ha visto tra gli
artefici proprio un figlio di un boss locale. Le telecamere  si
sono riaccese e registrati molti commenti mentre sulle strade della
Campania la camorra continua a sparare nelle piazze, davanti ai bar,
nei luoghi di affluenza turistica oppure facendo irruzione nelle abitazioni.
Addirittura si profila l’ipotesi, almeno per il clan dei casalesi
e per quello di Secondigliano, che fa capo ai Di Lauro, dell’utilizzo
di un killer professionista venuto dall’est, un tale Ninoslav Konstantinovic
“cresciuto negli apparati di Miilosevic”.Un killer serbo che offre
la sua capacità criminale in cambio di protezione.

La camorra quotidianamente
celebra il proprio potere ma adesso è tempo di lodare le belle donne
in divisa brave a districarsi nel difficile compito che le vede impegnate
a dar indicazioni ai turisti in una città, Napoli, che non conoscono
affatto.

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