Una Carovana per il lavoro sicuro
Partire la mattina per andare a lavoro e non tornare più. E’ accaduto a Mineo nei mesi scorsi, a Torino nella fabbrica della Thyssen Group, a Fossano, Campiello, Molfetta, Marghera. L’elenco dei “luoghi della memoria” è lungo e ancora drammaticamente più esteso è quello delle donne e degli uomini morti mentre svolgevano il proprio lavoro. Per non dimenticarli e per evitare che altre tragedie simili continuino ad accadere li o altrove, Articolo 21, Libera, Acli, Arci, Tavola della Pace, Fnsi, Sindacati, Anac hanno lanciato questa mattina a Roma, in una conferenza stampa alla Camera dei deputati, “La Carovana per il lavoro sicuro”, un viaggio itinerante attraverso i luoghi simbolo dei “martiri del lavoro” per accendere i riflettori su quel dolore collettivo ed individuale, quelle storie, quei familiari e chiedere un impegno concreto e continuo alla politica e alle istituzioni che hanno la responsabilità di queste morti tanto quanto il mondo delle imprese.
“E’ da quella che voglio chiamare “Piazza dell’Unità” che parte oggi – dichiara Beppe Giulietti di Articolo 21 – l’impegno di tutte le diverse forze sociali per accendere i riflettori su queste morti che in Italia hanno numeri ancora altissimi: quattro al giorno; quella della Carovana sarà un’iniziativa aperta, che crescerà tappa dopo tappa grazie alla collaborazione di tutti, ma proprio tutti, perché su temi invisibili, come sta diventando quello del lavoro, si tenga alta l’attenzione dei media, della politica. Sarà un viaggio fatto di iniziative itineranti nei singoli luoghi della memoria, da Campello sul Clitunno, a Torino, da Marghera a Mineo, che racconterà quegli stessi posti attraverso diverse forme di comunicazione: dal cinema, al teatro, dal giornalismo alla politica.
ARTISTI E ASSOCIAZIONI INSIEME PER UN LAVORO SICURO
“Ci muoviamo in questo viaggio – aggiunge Roberto Siniscalchi di Articolo 21 – perché sono loro che ce lo hanno chiesto. Quando accade un fatto del genere, specie in un piccolo centro, si avverte immediata la necessità di raccontarsi, di informare, di capire. Così questa Carovana risponde ad una necessità: quella che non si spengano i riflettori su questi paesi, su queste ferite e si continui a raccontare e ricordare, anche per poter ripartire”. Immediata, in questa direzione, la disponibilità di intellettuali e registi, giornalisti e associazioni, molti dei quali presenti in sala. Anche la Mostra del Cinema di Venezia, grazie al direttore Marco Muller (che ne ha dato notizia proprio ieri) ha deciso di dare spazio al tema delle morti sul lavoro durante questa 65° edizione, ospitando i due inediti docufilm di Mimmo Calopresti (“La fabbrica dei tedeschi”) e Thyssebnkrupp Blues di Pietro Balla e Monica Repetto. Un gesto importante che presenterà la Carovana ad un pubblico che ha già dimostrato, negli anni passati, di sapersi aprire a temi importanti. Questa scelta va nella direzione indicata anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – più volte ringraziato e ricordato stamani in conferenza stampa- “per il suo pubblico e deciso monito contro le morti sul lavoro, sin dal discorso del suo insediamento al Quirinale”.
LA POLITICA E L’INFORMAZIONE
“I numeri forniti dall’Inail in questo ultimo anno segnalano una diminuzione delle morti del lavoro – afferma Cesare Damiano, ex ministro del lavoro – questo anche grazie alla legge dell’agosto del 2007 (n°123); oggi il percorso intrapreso con il Governo Prodi è seriamente a rischio come a rischio è anche il fatto che il lavoro possa nuovamente a diventare un tema secondario nell’agenda della politica. Non possiamo consentire che questo accada; dobbiamo invece ragionare insieme per proporre emendamenti che da qui ad ottobre ci consentano di rafforzare il testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro”.
Molte le richieste della piattaforma di forze sociali in questa direzione: dall’applicazione di miglioramenti alla gestione delle norme contenute nel protocollo sul Welfare e del Testo Unico, all’attuazione di una delega sui lavoro usuranti entro il 2008 (in breve il riconoscimento a fini pensionistici della pericolosità del lavoro svolto) alla promozione di una campagna mediatica per una cultura della prevenzione.
E proprio “ giornalisti saranno in prima linea sulla questione dell’informazione intorno al mondo del lavoro – dichiara Roberto Natale della Fnsi, fra qualche ora – continua Natale – andremo ad incontrare la commissione che si occuperà della legge sulle intercettazioni… ci piacerebbe che la politica si ricordasse più spesso di dialogare con noi anche su temi di primaria importanza come questo”. Ed è Santo della Volpe, giornalista Rai e vicepresidente della Fondazione Libera Informazione, a sottolineare inoltre, che se il disegno di legge sulle intercettazioni venisse approvato così com’è non sarebbe impossibile informare nemmeno sui processi in corso sulle morti sul lavoro.
SINDACATO E LAVORATORI
Processi ricordati in sala anche dalle delegazioni dei sindacati, Cgil, Cisl e Uil, che hanno sottolineato con forze le importanti tappe ancora da percorrere in tema di giustizia nel mondo del lavoro, in materia di prevenzione ma anche di malattie causate dalla mancata salubrità del posto di lavoro. Anche queste, lente, silenziose e successive sono morti sul lavoro (basti pensare alle morti d’amianto in tutto il Paese). E – concludono i sindacati – non chiamiamole più morti bianche perché esistono precisi responsabili per ognuna di queste morti che si potevano evitare”.
I morti sul lavoro hanno spesso il volto dei familiari che li ricordano, degli amici che parlano di loro, dei servizi televisivi che in pochi attimi raccontano dell’ennesima vita spezzata. Alla conferenza stampa di oggi però quelle morti hanno avuto anche il volto di chi la morte l’ha vista da vicino, di chi è sopravvissuto e oggi lotta perché quelle tragedie non si ripetano più.
Le ultime parole su questa “Carovana per un lavoro sicuro” sono infatti arrivate da Antonio Boccuzzi, operaio della Thyssen e candidato dal Pd alle ultime elezioni, che visibilmente commosso ha aggiunto “ tutti noi abbiamo un dovere morale verso coloro che avevano un sogno, che sono usciti di casa una mattina per andare in fabbrica, a lavoro, fare un regalo ai propri figli o realizzare nel proprio piccolo il loro sogno, e sono morti sul posto di lavoro. Questa carovana è importante perchè dobbiamo tenere alta l’attenzione, tutti, su quello che non deve più accadere in questo Paese”.
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