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La rassegna della settimana

Di Stefano Fantino il . Rassegne

Nei giorni dell’approvazione del decreto legge sulla sicurezza, arrivato alla volata finale dopo innumerevoli discussioni in questi ultimi due mesi (leggi a riguardo il pezzo di Travaglio sull’Unità, «Lodo Mangano») la scena politica nazionale è stata scossa da importanti avvenimenti che vedono al centro proprio le tematiche della giustizia. Lunedì scorso è stato arrestato il presidente della regione Abruzzo, Ottaviano Del Turco del Pd, già a capo dei socialisti nel post Tangentopoli e presidente della Commissione Antimafia. Al centro della partita gli enormi debiti della sanità regionale. A Del Turco, subito trasferito nel carcere di Sulmona, tre giorni in isolamento, sono stati contestati i reati di corruzione, concussione, falso, truffa e riciclaggio. Decapitato con lui anche il vertice della giunta regionale, con ben nove altre persone arrestate. Il giro di mazzette in cui è imputato Del Turco si aggira su 14 milioni di euro e a giudizio della procura ci sarebbero prove incontrovertibili e schiaccianti a danno del governatore Abruzzese (leggi su L’Avvenire e su Liberazione).
Sul versante legislativo tre proposte sono state avanzate per inasprire il 41 bis (leggi) mentre sul versante della magistratura ha fatto scalpore la nomina alla procura di Marsala di Di Pisa, che ha sconfitto di un voto Morvillo, cognato di Falcone. Il magistrato fu accusato e poi assolto di essere stato all’inizio degli anni 90 “il corvo”, ovvero colui che inviò in procura delle lettere per screditare le operazioni del pool antimafia (leggi sul Corriere della Sera del 17 luglio).


Campania e Lombardia: storie di racket ed equilibri mafiosi

Nemmeno due mesi dalla morte di Mimmo Noviello, proprietario di una autoscuola che aveva denunciato tentativi di estorsione risalenti a sette anni prima. Lo scorso weekend i killer della camorra hanno colpito di nuovo. Ucciso sulla spiaggia di Varcaturo dove gestiva un lido, Raffaele Granata, padre del sindaco di Calvizzano (leggi intervista sul Mattino del 12 luglio). Si era rifiutato di pagare il pizzo. Due killer lo hanno sorpreso nella mattinata e freddato inesorabilmente (leggi «Racket, la camorra uccide sulla spiaggia» e  da il Mattino 12 e La Gazzetta del Sud). Per Tano Grasso, da anni impegnato nell’antiracket, si tratta di un messaggio «a chi sta collaborando» un fil rouge che ricollega strategia e metodo all’omicidio Noviello.
Il giorno dopo sale l’allarme racket, e dal clan Belforte arrivano minacce agli investigatori mentre Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia indica nella spietata esecuzione il sintomo della disperazione dei clan (leggi).
San Vittore Olona, Lombardia. Davanti a un bar muore crivellato di colpi Carmelo Novella, capo della omonima cosca di Guardavalle. Da anni residente a Legnano, era un riferimento per la ‘ndrangheta locale (leggi su Il Quotidiano della Calabria e su il Gazzetta del Sud) e la sua morte provoca importanti sconvolgimenti tra i clan lombardi (leggi).


Brevi da Calabria, Campania e Sicilia

Dopo gli arresti degli scorsi giorni relativi a un traffico di cocaina tra Venezuela, Spagna e Campania, legato ai clan di Scampia, anche un broker della droga legato alla ‘ndrangheta è stato arrestato lo scorso weekend. Ippolito Magnoli, arrestato in Spagna, era l’uomo di riferimento del clan Molè-Piromalli, coordinatore delle importazioni di stupefacenti dalla Colombia. Parallelamente in manette anche due corrieri in Francia, sempre agenti per conto della ‘ndrangheta (leggi 1 e leggi 2). A Crotone arrestato Rocco Laratta, accusato di violenza privata aggravata dal metodo mafioso. L’uomo impedì ad un collaboratore del Quotidiano della Calabria di realizzare un servizio sulle scritte sui muri ineggianti a Megna, il boss ucciso a Papanice (leggi su Il Quotidiano).
Intanto a Reggio Calabria Campolo, re dei videopoker è stato indiziato di amicizie sospette: non un mafioso ma certi i rapporti con i boss (leggi). Intanto a Locri al processo Fortugno, il presunto mandante dell’omicidio Alessandro Marcianò ha raccontato il suoi rapporti con il politico ucciso (leggi da Gazzetta del Sud).
Anche in Sicilia un agguato. A Catenauova, nell’ennese, in un bar del centro. Salvatore Prestifilippo Cirimbolo, 44 anni, è stato assassinato da un commando mentro conversava con degli amici. Ferite anche cinquepersone. La pista mafiosa è quella ritenuta più credibili dagli inquirenti (leggi su Avvenire, 16 luglio).
A Napoli dietro il crollo del palazzo nei quartieri spagnoli c’era la camorra. I Clan dietro i lavori come rivela Il Mattino, nello stesso palazzo l’anno scorso scoperto un arsenale dei Di Biase (leggi).
Camorra a Roma, griffes false, patti coi cinesi dell’Esquilino, guadagni reinvestiti in bar e ristoranti. Sette arresti dopo alcune rivelazioni di pentiti. Interessati agli affari esponenti del clan Giuliano (leggi da Il Mattino). Giuliano che vedono in questi giorni la scarcerazione di Celeste, lady camorra, negli anni 90 esponente di spicco del clan e ora rilasciata per buona condotta (leggi).

Bolzaneto, inferno impunito

In una situazione di vuoto legislativo, visto che in Italia non esiste il reato di tortura, miti condanne rispetto alle richieste per quanto riguarda il processo per le violenze a Bolzaneto. Ai danni dei manifestanti gravissime accuse che però non hanno portato a pene consistenti e che tramite indulto e prescrizione permetteranno ai colpevoli di non scontare nemmeno un giorno di carcere. Su 45 imputati, 30 assolti, comminati solo 24 anni di carcere rispetto agli 80 chiesti dai pm. Ritenute valide le accuse di abuso di autorità. I risarcimenti previsti per chi ha subito gli abusi potranno essere riscossi solo dopo l’avvio della causa civile. I pm dell’accusa valuteranno le motivazioni e decideranno se richiedere l’appello (leggi su Liberazione su Avvenire e Mattino).

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