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Coincidenze e disinformazione nei dintorni di Saman

Di Rino Giacalone il . Dai territori, Sicilia

Una straordinaria coincidenza temporale  ieri mentre nell’ex casa confiscata al boss Virga e affidata all’associazionismo e volontariato trapanese si svolgeva la conferenza stampa per mettere in evidenza che a Trapani Rostagno non è stato dimenticato, avvocato e ufficiale giudiziario bussavano alla porta del baglio di Lenzi dove ha sede la comunità Saman.

 

Obiettivo, riprendere immobili la cui proprietà si è detto è stata riconosciuta essere dell’ex guru Francesco Cardella, oggi ambasciatore del Nicaragua presso i Paesi Arabi, dopo che nella sua vita è stato un po’ tutto. Anche imputato e condannato anche per truffe commesse ai danni di Saman. Poco dopo l’arrivo dell’ufficiale giudiziario giungeva anche una telecamera di una tv locale alla quale, la parte interessata allo sgombero, ha fatto riprendere della spazzatura trovata in quei luoghi con in mezzo una foto di Rostagno, immagine che qualcuno giura non c’era fino a poco prima. Messa a bella posta.

 

Le prime notizie circolate in città, notiziario televisivo delle 14,  hanno dipinto come inevitabile a quel punto dopo quella restituzione di immobili la chiusura di Saman, perchè, veniva detto, Cardella, giusta sentenza, un contenzioso settennale, si era ripreso il suo baglio, che aveva ceduto alla comunità negli anni in cui era nata. Una notizia che messa a fianco di quella sulla conferenza stampa pareva facesse da contraltare, quasi dovesse essere una rivincita dell’ex guru e dei suoi fidi «scudieri», quegli stessi che magari in altre occasioni hanno criticato l’uso delle telecamere per fare risaltare  accadimenti di cronaca per quanto questi fossero eclatanti, come l’arresto di un sindaco per esempio. Con la differenza che ieri delle telecamere sono state usate, alla luce di quanto poi spiegato da Saman, per dare una notizia non vera.

 

A smentirla è stato infatti l’avvocato Elio Esposito legale di Saman e poi dalla stessa comunità, infondata la circostanza che Cardella fosse rientrato in possesso del baglio di Lenzi. «La Saman – dice Esposito – ha lasciato solo tre immobili di proprietà di Cardella a fronte di un comodato d’uso scaduto, era nei fatti che questo doveva avvenire. E poteva accadere anche prima. Il resto del complesso di Lenzi resta a Saman che continua ad esercitare la propria attività. Le immagini di degrado riprese sono relative alle procedure di sgombero e non a incuria».

 

«Saman – dice Gianni Di Malta referente della comunità – non lascia Lenzi, né le strutture delle quali è piena proprietaria». È vero c’è un contenzioso penale e civile tra Saman e il suo fondatore, ma i debiti, milionari, sembrano essere di Cardella.

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