Sequestrati 300 milioni ai clan
Casalesi, fermata la moglie di Iovine
Vincenzo Licciardi era finito in manette il 7 febbraio scorso. Ora
una operazione congiunta tra Guardia di Finanza e Polizia ha permesso
di assicurare alla giustizia trenta elementi affiliati al clan Licciardi
e di sequestrare bene per un totale di circa 300 milioni di euro. Ancora
una volta come dimostrano le recenti operazioni contro la camorra si
tratta di un impero policentro, pervasivamente esteso su tutta la penisola.
Quindi Napoli e Caserta, ma anche Roma, basso Lazio e Arezzio e Massa-Carrara:
ingenti investimenti che riciclavano denaro sporco nel settore immobiliare
e delle calzature o che scommettevano sul sempre valido “mattone”,
su auto di lusso e polizze assicurative. Il mandato della Direzione
Distrettuale antimafia ha posto in stato di fermo 32 persone, a 6 è
stato notificata la custodia cautelare in carcere (tra cui lo stesso
boss Licciardi) mentre altrettante si sono sottratte all’arresto.
Con Licciardi dietro le sbarre da cinque mesi la gestione della rete
economico-finanziaria sarebbe stata nelle mani del suo uomo di fiducia,
il 34enne Giuseppe Barbato, conosciuto come “Pino bei capelli”,
e da sempre cassiere dell’organizzazione, secondo gli inquirenti. Secondo
le indagini patrimoniali condotte dalla Guardia di Finanza molte attività
e società riconducibili a Licciardi erano intestate alla madre, Teresa
Tufano e ad altri componenti della famiglia ai quali fanno riferimento
alcune imprese nel settore calzaturiero, immobiliare e tessile, tra
Casoria ed il quartiere napoletano di San Pietro a Patierno. Altro settore
importante quello immobiliare dove la famiglia Tufano controllava Qui
i Licciardi controllavano decine di immobili tra la Campania, il Lazio
e la Toscana.
Questo ennesimo duro colpo alla camorra dell’area nord di Napoli
è l’ennesimo tassello che segna il parziale declino della potente organizzazione.
Il cartello, ultimamente riconducibile all’alleanza tra i clan Mallardo,
Contini e Licciardi ha subito negli scorsi mesi dei duri colpi da parte
degli inquirenti: nel 2008 Edoardo Contini e appunto Licciardi sono
stati arrestati. Ora un colpo alla sfera economica.
Il tutto e lo sottolinea il coordinatore della Dda Roberti «effettuando
indagini sul patrimonio basate esclusivamente su intercettazioni
attivate per catturare Vincenzo Licciardi». A ribadire oltre alla importanze
azione investigativa anche la fondamentale importanza di un metodo di
lavoro.
Casalesi, in carcere la moglie di Iovine
La moglie di uno dei maggiori ricercati, Antonio “Ninno” Iovine,
Errichetta Avallone è stata arrestata ieri. 39 anni, è stata raggiunta
all’alba dai carabinieri su ordine della Dda di Napoli, con l’accusa
di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La donna, il 26 maggio scorso,
era sfuggita all’arresto. Nei suoi confronti era stato emesso un ordine
di custodia cautelare nell’ambito di un’operazione contro 55 esponenti
del clan dei Casalesi. Successivamente l’ordinanza di custodia era stata
revocata dal Tribunale del Riesame e la Avallone era potuta tornare
liberamente a casa. Ora la nuova indagine dei carabinieri su una attività
estorsiva della donna e le accuse ritenute attendibili dal pm dell’Antimafia,
che ha portato all’arresto nella sua abitazione di San Cipriano d’Aversa.
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