Rassegna stampa ( 27 giugno – 3 luglio)
Un tempo era impensabile in terra di Camorra e invece oggi è realtà. Il 27 giugno scorso in Campania si è aperta una tre giorni singolare, denominata “Le terre di Don Peppe Diana”. Il festival dell’impegno intitolato al sacerdote ucciso dalla Camorra si è svolto a Casal di Principe, la cittadina in provincia di Caserta, epicentro del clan di Sandokan e nei comuni limitrofi portando la società civile nelle case confiscate ai boss. Un gesto che nella sua fisicità lascia una traccia concreta di un messaggio che è simbolico. Rovesciare tutto, capovolgere la realtà e riappropriarsi dei beni appartenuti al clan fra i più sanguinari e penetranti della Campania. Pochi giorni dopo scattano le manette in tutta Italia per 32 affiliati al clan dei casalesi, fra questi anche il nipote di “Sandokan”. In Sicilia manette ai polsi invece per i nuovi uomini del pizzo che Cosa nostra ha riposizionato nei quartieri più popolosi, dallo Zen al quartiere Noce e che impongono in racket persino sui beni di prima necessità, dalla luce alla carne. Infine è polemica dai toni accesi sul nodo giustizia, politica e informazione. Il duo intercettazioni e decreto blocca processi porta i magistrati a prendere dure posizioni pubbliche nei confronti della politica del Governo Berlusconi in materia di giustizia. La stessa Giustizia che in Calabria si appresta a riaprire una pagina della Storia d’Italia rimasta ignota, il sequestro di Emanuela Orlando, che oggi sembra giungere ad una nuova verità, dopo 25 anni. Nella speranza sia l’ultima.
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