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Libera Informazione-Teche Rai: «Documenti per far crescere le coscienze»

Di Stefano Fantino il . Altre regioni, Progetti e iniziative

Un archivio imponente, da utilizzare per promuovere i temi della
legalità e dell’antimafia. Un soggetto, Libera Informazione, che saprà
rielaborare e riproporre il materiali audio video cui la Rai permetterà
di accedere.
 Oggi a Roma alle ore 15,30, presso la sede Rai di Viale Mazzini 14 è stato, infatti, 
sottoscritto un protocollo di intesa tra Libera Informazione e le
Teche Rai per l’utilizzo del materiale conservato negli
archivi Rai da parte dell’osservatorio nazionale sull’informazione
contro le mafie, presieduto da Roberto Morrione. La finalità è quella del perseguimento di
percorsi di formazione e informazione sulle tematiche della legalità.

Alla firma erano presenti il presidente di Libera don Luigi Ciotti, il direttore generale della Rai Cappon e le due parti firmatarie dell’accordo, il direttore delle teche Rai Barbara Scaramucci e il presidente di Libera Informazione, Roberto Morrione.

Per il direttore generale Claudio Cappon si tratta di una «iniziativa importante che da un lato valorizza il patrimonio delle teche, dall’altro offre spunti importanti sul tema delle mafie, fondamentali per la crescita della coscienza civile». Ne è certo Luigi Ciotti che fa notare la rilevante portata dell’accordo, soprattuto nell’ottica di un lavoro di riutilizzo nel campo della formazione, dove tutta Libera è molto attiva. Cita Caponnetto, don Ciotti: «La mafia teme più la scuola della giustizia», sottolineando la necessità di una formazione culturale e di una informazione sempre più approfondita per creare coscienza e consapevolezza. «Materiali – conclude Ciotti – indispensabili per la creazione di una società “responsabile”».

Roberto Morrione sottolinea la grande importanza dell’accordo in una situazione come quella attuale: «Un paese senza memoria – dice il presidente di Libera Informazione – e con poca conoscenza necessita di una iniziativa simile, soprattuto su tematiche così delicate».
Uno sforzo da far confluire entro la rete creata da Libera Informazione e nel circuito delle scuole. Affinchè, sottolinea Morrione, non si arrivi ad una nuova vicenda Spartacus «dove solo un fortunato caso editoriale ha permesso che le luci si accendessero sul processo ai Casalesi».

Informazione e memoria, dunque, che hanno spinto le Teche Rai, sottolinea la dottoressa Scaramucci «a fare circolare del materiale, nella convinzione dell’importanza di fornire documenti alla società, svolgendo in questo senso una delle finalità del “servizio pubblico”». Che riesca ad evitare che di questi temi, lo sottolinea il giornalista Nino Rizzo Nervo, «si parli di i solo in casi emergenza mentre una dovuta e corretta informazione permetterebbe un costante monitoraggio della situazione e una crescita civica comune»

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