Terra di Lavoro, l’impegno civile nei beni confiscati
Là dove si imbastivano gli affari, dove si decidevano le morti, lì si prova a ricostruire un territorio. Parte dai beni confiscati l’ennesimo pezzo di un percorso di riscossa civile in Terra di Lavoro. Il festival “Le Terre di Don Peppe Diana”, presentato oggi nella sala stampa del Senato a Roma, inizierà venerdì e nell’arco di tre giorni organizzerà dibattiti, conferenze itineranti in provincia di Caserta, ciascuna in un bene confiscato alla camorra. Effettiva prova di riutilizzo sociale sul campo di qualcosa sequestrato alla criminalità organizzato e restituito alla comunità. Ne è certo Valerio Taglione, coordinatore del Comitato Don Peppe Diana e referente di Libera Caserta, che non vuole sentire parlare di “evento” quanto piuttosto di una «tappa importante di un percorso» che sappia far rialzare la testa a una zona, come il casertano, completamente deturpata dal morbo capare ma anche capace di solide iniziative di impegno civile. Un’occasione di confronto e incontro per ribadire la grande estensione che ormai la forza dei clan ha raggiunto, ma soprattutto per rinnovare la ricerca del positivo.
«Alcuni beni non sono ancora completamente ristrutturati o per la prima volta concessi ad iniziative pubbliche» mi dice Mauro Baldascino, dell’osservatorio provinciale casertano beni confiscati e del coordinamento di Libera Caserta, a margine della conferenza stampa. Un segno importante anche da parte di alcune amministrazioni locali in una terra, lo sottlinea Taglione, che spesso è mancata dal punto di vista politico. Proprio quella politica che il Comitato don Diana interroga affinchè il presidente Napolitano, in occasione del XV anniversario della morte di Don Peppe Diana consegni una medaglia al valore civile a Domenico Noviello e Federico del Prete, imprenditore e sindacalista uccisi dalla ferocia dei clan.
A
sostenere l’iniziativa in conferenza stampa, coordinata dal giornalista
Pietro Nardiello, hannon fatto gli onori di casa i senatori Giulietti e
Vita, che oltre a rimancare una forte volontà di assecondare iniziative
che recuperino la legalità si sono detti favorevoli a non chiudere gli
occhi davanti all’invisibile o ad avallare oltraggi della memoria.
Giulietti, attivo insieme ad Articolo 21 e al nostro portale, a
mantenere alta la guardia mediatica su situazioni, una su tutte il caso
Spartacus, su cui si rischia la luce si fa man mano più fioca una volta
che le giornate clou sono passate. Vita, invece si è espresso
favorevolmente, in un contesto come quello attuale che tiene in alta
considerazione la narrazione dell’attualità, ad appoggiare iniziative
che restituiscano dignità a quei luoghi, prima fra tutti l’iniziativa
già in precedenza citata, dell’assegnazione di una medaglia al valore
civile alle vittime di camorra.
Anche Ferdinando Imposimato e l’ex magistrato Gianrico Carofiglio, oggi senatore Pd, sono intervenuti a favore di una coscienza più attiva che sappia riconoscere le manipolazioni della memoria, a favore di un senso della legalità che deve essere visto come la normalità laddove spesso costituisce una straordinaria e rara eccezione. A concludere gli interventi Roberto Morrione, presidente di Libera Informazione che sarà media partner dell’evento. L’ex direttore di Rai News 24 coglie l’occasione per rilanciare nelle terre di Don Diana ciò che l’osservatorio di Libera già aveva fatto nell’occasione del seminario organizzato a Casal di Principe nel novembre scorso: rilanciare l’informazione sui temi bistratti dall’agenda setting delle redazioni nazionali. «Un festival come questo – dice Morrione – prima iniziativa nella zona dopo la sentenza Spartacus è un evento per mostrare il positivo di una terra che deve sapersi rialzare e su cui i media devono mantenere alta l’attenzione».
L’appuntamento è per venerdì 27 a Caserta per una tre giorni che si concluderà a Casal di Principe la sera del 29 giugno.
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