Spartacus, un libro per superare il silenzio
La giornata è uggiosa a S.Maria Capua Vetere, i vecchi basolati appaiono ancora più grigi, per questo si preferisce attendere l’inizio della serata all’interno della libreria Spartaco tra luci fioche, libri ed una vetrina che offre la vista sul massimo cittadino, lo storico teatro Garibaldi. A pochi metri da qui, invece, Palazzo Teti, un fabbricato del 1839 dove sono custoditi anche un rilevante numero di beni archeologici, un bene confiscato all’ex vice sindaco democristiano Nicola Di Muro da dieci anni inutilizzato. In pochi metri si riassumono i diversi aspetti di un territorio impermeabile ed aspro.
Inizia la presentazione, a discutere con il pubblico Marcello Anselmo, uno dei due autori, Raffaello Magi, il pm estensore della sentenza Spartacus di primo grado e Rosaria Capacchione la giornalista de Il Mattino vittima, nuovamente, delle minacce del clan dei casalesi, e da qualche settimana costretta a vivere sotto scorta.
A rompere il ghiaccio è proprio lei e al pubblico che le domanda cosa rappresenta il processo Spartacus immediatamente risponde affermando “che si tratta anche di un pezzo della sua vita”. Un processo che ha visto fronteggiarsi da una parte lo Stato, “rappresentato”, sostiene Rosaria, “ da un manipolo di volenterosi e dall’altro un esercito, quello di camorra. Quando si riusciva a celebrare un’udienza”, prosegue, “appariva un successo, una scommessa vinta, all’epoca non vi era il supporto di nessuna tecnologia o misura di sicurezza idonea. Un’esperienza”, conclude, “che per me ha rappresentato una scuola, una vera e propria palestra di vita”.
L’attenzione dell’uditorio è alta, il pubblico, a sorpresa, interagisce con gli ospiti, vuole capire ciò che è in queste pagine del libro è stato sintetizzato, senza un moderatore, la parola passa al pm Raffaello Magi che si impegna, così, ad illustrare le difficoltà incontrate per raggiungere “una ricostruzione affidabile”, una verità che non sarebbe crollata con il primo soffio della Difesa. Quante storie potrebbero raccontare questi due protagonisti, due memorie storiche, ma per la stesura del libro non si sono utilizzate digressioni di nessuna forma “ma”, ha poi aggiunto Marcello Anselmo, “si sono voluti offrire i fatti, raccontare le dinamiche, i numeri di un’organizzazione che mortifica questo territorio ed il popolo italiano”.
“Sembra quasi che lo Stato abbia preso le dovute distanze da questo territorio” domanda una signora, “in realtà, risponde Rosaria, “una risposta dello Stato in un certo senso c’è stata visto che in questi anni ho scritto di tantissime sentenze nei confronti della seconda e terza generazione di camorrisi di questo territorio”.
Eppure, chiedo al pm Magi, sembra che si faccia un vero e proprio distinguo tra potenza militare ed economica del clan. “No”, risponde, “questo è un errore non c’è alcun distinguo tra le due attività criminali se qualcuno dovesse farlo compierebbe un grave errore. Probabilmente”, aggiunge, “a qualcuno questa differenza fa comodo.”
L’incontro termina, raggiungo Rosaria voglio salutarla e chiederle cosa ne pensa di un’iniziativa promossa dalle associazioni cristiane della Diocesi di Caserta che dovrebbe svolgersi il prossimo 25 aprile per manifestare a lei, al pm Cantone e a Roberto Saviano una sentita solidarietà. La sua risposta è chiara ed inequivocabile, “Io non ci sarò, non gradisco queste passerelle”. Rosaria continuerà a parlare con i suoi articoli proprio come ha sempre fatto, nonostante gli “abbiano rubato i suoi ultimi due chilometri e mezzo di libertà”.
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