La meglio gioventù tra i beni confiscati
45pt;”>La meglio
gioventù dell’agro aversano si occuperà, finalmente,di beni confiscati alla
criminalità organizzata. Per la prima volta in questo Paese, da quando la legge
nr 109 del ‘96 ha incominciato a muovere passi concreti, si è giunti alla
stipula di un protocollo d’intesa tra l’Associazione Libera, che di questa
legge è stata la promotrice, il Comitato “Don Peppe Diana” e la facoltà di
architettura di Aversa. I futuri architetti saranno inviati, a seguito di accordi stipulati con i Comuni
in possesso di tali beni, nelle segreterie e sul territorio per realizzare
un’esatta mappatura degli stessi e per studiare progetti di ristrutturazione e
riutilizzo organici al territorio circostante. Un ottimo risultato che solo
alcuni anni fa sarebbe apparso semplice utopia e che oggi, invece, grazie
all’impegno e alla tenacia del coordinamento casertano di Libera è diventato
realtà. Nota stonata, invece, è che a far
sedere intorno ad un tavolo dove programmare il futuro di un territorio siano
proprio le anime dell’associazionismo oramai sempre più soggetto interlocutore
della politica.
La provincia
di Caserta è la quarta per numero di beni confiscati, su 377 beni gestiti
dall’Agenzia del Demanio solo 193, quindi poco più della metà, risultano
destinati. La concentrazione maggiore si limita a soli 12 comuni dove sono
presenti circa l’85% del totale. Anche per quanto riguarda i terreni (89 unità
sono quelle destinate mentre altre 86
risultano ancora a disposizione dell’Agenzia del Demanio), non si segnalano buone notizie visto che la
realizzazione di cooperative sociali che si dedichino alla lavorazione di
questi terreni, ma questo dato è
uniforme in tutta
appare ancora un sogno. A tal proposito va ricordata la proposta formulata dal
coordinamento casertano di Libera, dal Comitato “Don Peppe Diana” e
dall’Osservatorio Provinciale sui Beni Confiscati con la quale si è offerto ai
comuni gestori di terreni agricoli confiscati
di “una progettazione di massima” degli interventi da realizzare su di
essi mediante una valutazione tecnica alla quale hanno risposto solo i sindaci
di Trentola Ducenta e Cancello ed Arnone, con il commissario prefettizio di
Casaluce.
Probabilmente
visto che il riutilizzo sociale dei beni confiscati in questa Provincia non fa
ancora parte delle priorità da inserire nell’agenda politica ben vengano,
quindi, progetti del genere che saranno allargati con un accordo anche con la
facoltà di Economia con la quale si studieranno le modalità di gestione e di
ricollocazione sul mercato di quelle
aziende sottratte alla criminalità che
offrivano un impiego a centinaia di lavoratori. Una festa quella che si è
svolta ad Aversa, proprio presso la sala convegni della Facoltà, così è stata
considerata la firma di questo protocollo da Concetta Lenza, preside della
facoltà, Francesco Rossi rettore della Seconda Università di Napoli, Alessandro
De Franciscis, presidente della Provincia di Caserta, Corrado Lembo,
procuratore della Repubblica presso il tribunale di S.Maria Capua Vetere da
Antonio Maruccia, commissario straordinario del governo per i beni confiscati,
da Francesca Rispoli, referente nazionale di “Libera Università” e da Valerio
Taglione coordinatore di Libera Caserta che, concludendo gli interventi della
giornata ha evidenziato come “l’università possa fare veramente molto per questo
territorio andando bene aldilà di quella accademica azione formatrice.”
Per il
prossimo mese di ottobre è previsto un punto sulla situazione, l’Università
riferirà su eventuali novità o progetti già
conclusi. Ad auspicarcelo siamo un po’ tutti, visto che già alcuni
professionisti impiegati dall’Ateneo in quest’attività riferiscono di
essersi imbattuti nell’ostracismo di
alcuni comuni che preferiscono non comunicare i dati in proprio possesso.
Brutta abitudine questa già praticata, purtroppo, dall’Agenzia del Demanio.
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