Cresce la protesta a Taranto: un altro morto all’Ilva
È morto un altro uomo all’Ilva di
Taranto, Gjoni Arjan, 47 anni, di origini albanesi. Arian si stava occupando
dell’assemblaggio di strutture metalliche, quando è precipitato da una
passerella alta oltre 15 metri . È morto durante la notte, in seguito a
gravissimi traumi al torace e alle gambe. Sale la rabbia per l’ennesima
vittima e con essa cresce la protesta: questa mattina centinaia di lavoratori
delle ditte appaltatrici, tra cui anche della Petrocelli, nella quale lavorava
Gjoni Arjan, hanno bloccato i cancelli delle imprese dello stabilimento per
richiamare l’attenzione sul tema della sicurezza. Ma l’atmosfera che si respira
è di “rabbia e rassegnazione” racconta Ernesto Palatrasio, di Slai Cobas,
“nonostante le tante denunce si continua a morire”. Un sciopero quasi
improvvisato dettato dall’ennesima morte bianca.
Solo ieri sono state cinque le
vittime del lavoro in Italia: un operaio è morto alla Fincantiere di
Monfalcone, due persone sono state folgorate in una cisterna nel padovano, a
Frosinone un operaio è morto cadendo dal tetto, nel ferrarese un altro è stato
investito da un Eurostar. Altri due uomini sono gravemente feriti a Como e a La
Spezia. Viene spontaneo chiedersi quanti
uomini dovranno ancora morire prima che in Italia cambino le regole: il
processo produttivo e l’organizzazione del lavoro troppo frammentati, la catena
di appalti e subappalti, le condizioni precarie dei lavoratori e la loro
ricattabilità.
Il cambiamento che si deve
auspicare è molto profondo e dovrà avvenire con l’acquisizione di
consapevolezza da parte di tutti noi. Le cause degli incidenti non dipendono
dai lavoratori, come continuano a ripetere i padron Riva, dell’Ilva, ma dalla
mancanza di sicurezza. Bisogna parlarne sempre, sensibilizzare ed educare anche
attraverso le scuole e le Università, non accendere i riflettori solo il giorno
della tragedia per fare audience. A tal proposito è di ieri la conferenza
stampa tenuta alla Camera dei Deputati per presentare la proposta di Articolo
21 “Mille iniziative contro le morti bianche”, una campagna di prevenzione
degli incidenti sul lavoro, con manifestazioni che si terranno dal venticinque
aprile al primo maggio. Obiettivo dell’iniziativa è far convergenze
l’attenzione dell’opinione pubblica su questo tema realizzando una copertura
mediatica che continui oltre i giorni in cui avvengono le catastrofi. Non
lasciare che le vittime del lavoro finiscano nel dimenticatoio, ma continuare a vigilare finchè
i colpevoli vengano puniti.
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