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L’appello al popolo dei valori civili:”Dopo la sconfitta, uniti nel fronte antimafia”

Di Roberto Morrione il . Interviste e persone

Se affermassimo che il risultato elettorale non avrà rilevanza sui percorsi che si prefigge Libera Informazione, diremmo una grande bugia. Ha vinto uno schieramento che si identifica in un signore che per la seconda volta, quindi con un progetto elaborato e concretamente realizzato, ha cercato, insieme a uno dei più stretti collaboratori già condannato per mafia, di fare di un mafioso come Mangano un eroe “civile”. Con ogni evidenza – anche secondo una stampa che con poche eccezioni si è vilmente guardata dal porre seri interrogativi – allo scopo di raccogliere con parole d’ordine omertose il favore elettorale di un potere illegale, immorale e di sopraffazione, ben presente in vaste zone d’Italia.

Fra le tante constatazioni su Berlusconi, sui suoi cinque anni di pessimo governo, sulle ciniche “uscite” e “ritirate”, sugli impresentabili alleati della Lega, sul gigantesco conflitto d’interessi, basterebbe questo fatto per comprendere quale arduo cammino sia di fronte all’Italia, che pure ha liberamente scelto nelle urne di affidarsi ancora al “grande venditore”. E anche su quest’ultimo elemento, sul perchè sia diventata così gran parte d’Italia, c’è veramente molto da riflettere. Una vittoria che cambia la geografia politica del Paese, nella certezza che aprirà enormi problemi e drammatiche questioni sul piano interno e internazionale. Non è questa evidentemente la sede di un’analisi politica, che dovrebbe abbracciare altre novità dirompenti, fra cui l’affermarsi di un nuovo bipolarismo, il consolidarsi dell’alternativa di governo del PD, la dolorosa quanto storicamente grave scomparsa della Sinistra addirittura dalle scena parlamentare.

Certo l’idea che nel Parlamento della Repubblica debba sedere nella prossima legislatura un personaggio inquietante come Totò Cuffaro e non una persona onesta come Francesco Forgione, non induce all’ottimismo, né porta a considerazioni meno amare la regressione in Sicilia di uno schieramento guidato da Anna Finocchiaro e Rita Borsellino nel dilagare dell’autonomismo assistenzialista intriso di clientelismo e voto di scambio di Raffaele Lombardo.

Ciò che vogliamo però ribadire con forza e convinzione in questo momento, al di là della preoccupazione generale, è che ciascuno dei soggetti che hanno scelto la via della legalità, dei valori etici e civili, non solo resterà al proprio posto, ma dovrà moltiplicare se possibile l’impegno di sempre. Che cosa significa infatti l’avanzata elettorale a destra, intrisa di segnali antistato, secessionisti e del peggiore voto di scambio, se non che il prevalere di tutti gli elementi che combattiamo ogni giorno arrivi ormai a investire la stessa nostra Costituzione e la struttura della democrazia, con una ulteriore frammentazione del Paese e la sua deriva dall’Europa? E’ contro questa devastante prospettiva che siamo chiamati tutti a esaminare criticamente gli errori commessi, i cedimenti, le assurde contrapposizioni interne, i personalismi che hanno certo pesato, a ogni livello di responsabilità. E a rilanciare con più forza, continuità, visione unitaria l’azione già avviata sul piano nazionale come in ciascun territorio.

A partire dalle battaglie che si delineano nel nuovo Parlamento, in condizioni più difficili, per portare in porto innanzi tutto i nuovi provvedimenti antimafia, avviati faticosamente dal governo Prodi e bloccati a mezz’aria dalle elezioni anticipate. Ricostituire rapidamente, con la massima pulizia nelle scelte, la Commissione Parlamentare Antimafia, portando a compimento gli obiettivi legislativi e operativi delineati, resta un punto fondamentale al quale è chiamato il PD, con l’aiuto dell’Italia dei Valori e senza rinunciare, nei modi che dovranno essere individuati, all’apporto di componenti della Sinistra oggi escluse dai banchi parlamentari, ma della cui generosa esperienza sul campo non è possibile fare a meno.

Sui suoi impegni di battaglie civili e culturali, Libera come sempre non si tirerà indietro, seguendo l’esempio di Don Luigi Ciotti e rilanciando ovunque la forza delle idee e i valori della partecipazione.
Da parte nostra, come Libera Informazione, intendiamo perseguire con ancora maggiore determinazione il collegamento e l’aggregazione di tutti coloro che nei territori ad alta densità mafiosa e dovunque si espanda l’illegalità, mantengono accesa la luce della memoria e della conoscenza critica. Mai come oggi, di fronte ai devastanti effetti almeno in parte prodotti o favoriti dai conflitti d’interesse, dall’indifferenza e dalle deviazioni di un sistema dei media drogato e condizionato, avvertiamo la necessità di segnali nuovi e di aria più pulita nelle redazioni e nell’etere.

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