I campi di lavoro sui beni confiscati
Anche quest’anno si apre la stagione dei campi di lavoro sui beni, confiscati alle mafie e dati in gestione alle cooperative di Libera Terra. In Sicilia, Campania, Calabria, Puglia, Piemonte e Sardegna migliaia di ragazzi si ritroveranno insieme, tra maggio e settembre, per dare un contributo concreto nel riscattare quei terreni dalla presenza mafiosa. Volontari e volontarie proveniente da tutta Italia e da diversi paesi del mondo animeranno quei luoghi, un tempo di proprietà della criminalità organizzata, lavorando a fianco delle cooperative che ogni giorno vivono e fanno vivere quelle terre. Sono sempre di più le richieste di partecipazione: singoli, gruppi di associazioni, gruppi scout, parrocchie, famiglie. Segno concreto di una volontà, sempre più diffusa tra i giovani, di voler essere in prima linea e di voler tradurre questo loro impegno in un’azione concreta di solidarietà e di condivisione.
L’obiettivo dei campi è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e sul senso civico, che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto che contraddistingue i fenomeni mafiosi del nostro Paese dimostrando che è possibile ricostruire una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà.
I campi rappresentano dunque un’esperienza estiva che in realtà sempre più spesso è solo l’inizio o è già parte di un percorso più ampio che i giovani intraprendono nel cammino della legalità, della consapevolezza e dell’impegno nella lotta alle mafie.
La giornata del volontario è certamente impegnativa ma, come testimoniato dagli stessi giovani che hanno partecipato negli anni precedenti, segna un momento di crescita e condivisione importante che aiuta a maturare attraverso una presenza concreta, utile ed efficace. Presenza che non è solo un gesto simbolico, ma un tassello in più verso la liberazione dall’ipoteca e dalla sopraffazione che le mafie rappresentano per la cittadinanza e i territori. Essere presenti da tutte le parti d’Italia e anche da tante parti altre nazioni (grazie ai campi internazionali di volontariato) sottolinea con forza l’attenzione di quanti, sempre più, credono nello sviluppo del sistema della gestione de beni confiscati come risorsa per lo sviluppo economico, sociale e culturale del territorio
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