Dossier: silenzio tossico

Di Cosimo Marasciulo il 14 Aprile 2008. Dai territori, Puglia

L’ILVA è una società per
azioni del Gruppo Riva che si occupa prevalentemente della produzione
e trasformazione dell’acciaio. Con il nome della originaria azienda
fondata nel 1905, è nata sulle ceneri della dismessa
Italsider. Prende il nome dal nome latino dell’isola d’Elba, dalla
quale era estratto il minerale di ferro che alimentava i primi
altoforni costruiti in Italia a fine Ottocento. Il più importante stabilimento
italiano è situato a Taranto, e costituisce uno dei maggiori
complessi industriali per la lavorazione dell’acciaio in Europa. Oggi
l’ILVA da cuore produttivo della città è diventato uno stabilimento che vive ai margini della legalità.

Con 93 grammi annui di diossina e 1.385 kg di mercurio all’anno
emessi nell’aria e con i 665 kg di mercurio versati nel mare
(comunicati dall’ILVA al Ministero dell’Ambiente) a Taranto viene prodotto il 90,3% di inquinamento nazionale da diossina. Se a questa situazione si aggiungono le morti bianche, gli infortunii, la limitata possibilità di aggregazione sindacale si capisce l’esigenza di questo approfondimento.

Il Dossier: Silenzio tossico nasce per abbattere il
muro di omertà che protegge questa situazione di illegalità. Libera Informazione scende in campo su questo tema per far luce sulle tante, troppe irregolarità che avvolgono e nutrono lo stabilimento.

News:

– Non tutta la diossina si può assimilare

– Taranto 2008: un’altra città è possibile

– La questione sicurezza all’Ilva di Taranto

– Cresce la protesta a Taranto, un altro morto all’Ilva

– 12 giugno 2003, la giustizia non si ferma

– Taranto: diossina sovrana

– Intervista di Vivavoce ad Alessandro Marescotti sull’inquinamento a Taranto

– Diossina nel latte materno, l’allarme scuote Taranto da il Manifesto

– Diossine e PCB nel latte materno a Taranto. Alcune comparazioni da Pecaelink

– Quando a Taranto c’erano le ostriche da il Manifesto

– Diossina e PCB nel sangue dei tarantini da Corriere del Giorno