13- 15 marzo Piccoli grandi passi dalla parte della legalità
Victor, Vittorio, Gennaro. Sono tre i ragazzi dell’IPM (Istituto Penale Minorile) di Nisida che con sette ragazze ed un ragazzo delle scuole superiori (Roberta, Angelica, Raffaella, Jessica, Erminia, Valentina, Carla e Francesco), un educatore-responsabile (Ignazio Gasperini), due guardie (Paolo e Antonio) e lo staff del Marano Ragazzi Spot Festival (Rosario D’Uonno, Alessandra e Giuseppe) salgono sul bus con la bandiera arancione di Libera diretto a Bari. I tre ragazzi sanno cosa li aspetta. La loro è una scelta consapevole e sentita anche se le emozioni e le suggestioni che riporteranno indietro non si possono misurare, sono semi che germoglieranno con il tempo insieme a quelli che gli educatori ed il personale del carcere piantano a Nisida ogni giorno con amore e fatica.
Quella di Bari rappresenta una tappa importante di un viaggio iniziato un anno fà con il progetto del Marano Ragazzi Spot Festival nel corso del gemellaggio Qui Nisida…Si può fare organizzato dal Consorzio Scuole Città di Marano con il sostegno della Direzione Scolastica Regionale.
Inizialmente l’idea di Rosario D’Uonno (direttore del Festival) di portare nel carcere alcune ragazze liceali e farle incontrare con altrettanti ragazzi dell’IPM, perchè insieme realizzassero uno spot sulla legalità, appariva tanto stimolante quanto rischiosa e nessuno avrebbe immaginato quanto l’esperienza avrebbe segnato positivamente sia i ragazzi del carcere che le ragazze di fuori.
In quella settimana di Aprile di un anno fa– ci spiega Ignazio Gasperini, responsabile- educatore a Nisida-I ragazzi scelti per realizzare lo spot erano persone che già avevano svolto parte del lungo percorso verso il cambiamento. E così i tre ragazzi che si è scelto di portare a Bari erano gli unici, tra gli undici, a poter fare consapevolmente un ulteriore passo così impegnativo. Ce ne erano altri due o tre che sarebbero potuti venire e non hanno potuto per un problema di permessi, ma non di più. E questo è già un grande risultato.
Lo scopo del viaggio a Bari, iniziato giovedì 13 marzo, è stato quello di rendere i ragazzi di Nisida, che hanno vissuto parte o gran parte della loro vita dalla parte opposta alla legalità, testimoni di legalità. Di farli sentire parte attiva nella lotta contro la mafia.
Tendere la mano a chi sta dall’altra parte della linea è stato anche il desiderio delle ragazze del Consorzio Scuole di Marano, che avevano già vissuto l’esperienza del gemellaggio a Nisida e più volte quella del 21 marzo ed hanno affrontato questa nuova esperienza come un ulteriore momento di crescita e responsabilità.
Giovedì e venerdì il gruppo Marano-Nisida ha incontrato i ragazzi di un liceo linguistico e quelli di una scuola di Bari. In entrambe le occasioni abbiamo proiettato lo spot ed il documentario realizzati a Nisida durante il gemellaggio dell’anno scorso e Scuole di Memoria, il film sulle vittime della camorra realizzato dai ragazzi delle scuole napoletane con il Marano Ragazzi Spot Festival per conto della Provincia di Napoli.
Il momento più emozionante tra i vari appuntamenti è stato quello dell’incontro con Alessandro Antiochia, fratello di Roberto Antiochia, (poliziotto ucciso insieme al commissario Ninì Cassarà), vittima adottata dai ragazzi di Nisida per la giornata del 15 marzo.
Alessandro, commosso ed emozionato, ha detto Grazie ai ragazzi di Nisida per il duro percorso che stanno compiendo che da senso alle lotte per la legalità, ha inoltre espresso la volontà di essere lui ad adottarli ed ha promesso di non perderli d’occhio andandoli a trovare presto in carcere.
Per un momento l’immenso dolore per la perdita del fratello scolpito nei tratti del viso e nei movimenti del corpo di Alessandro, sembra essere stato lenito dalla speranza.
Per Vittorio e Gennaro: Non c‘erano parole da dire, volevamo solo guardarlo negli occhi e fargli capire che sentivamo il suo dolore.
A momenti di forte intensità e sofferenza se ne sono alternati altri più ludici e conviviali anche grazie alla splendida ospitalità di Don Antonio Ruccia come i banchetti organizzati dalla comunità parrocchiale di Bitritto, la visita ad un‘azienda ovicola ed ad un‘industria conserviera. Momenti utili ai ragazzi ed alle ragazze per confrontarsi e conoscersi maggiormente. Anche in questi momenti leggeri i ragazzi cercavano lo sguardo degli educatori o di Rosario D‘Uonno e l’approvazione dei loro coetanei come bambini che stanno riapprendendo a vivere.
Venerdì pomeriggio, Victor, Vittorio e Gennaro hanno partecipato alla lettura dei nomi delle vittime nella Cattedrale di Bari. Tra i nomi, Victor ha letto quello di Silvia. Silvia Ruotolo. Finita la messa Lorenzo Clemente lo ha preso a pugni in modo affettuoso. Victor non ha collegato subito il nome di Silvia al volto di Lorenzo e che Clemente non ce l’aveva con lui ma con chi gli ha strappato sua moglie sotto gli occhi del figlio. Poi i due si sono stretti in quell’abbraccio in cui ognuno avrebbe voluto stringere tutti i familiari delle vittime, ad ogni nome letto, ad ogni fiaccola accesa sull’altare.
Nel pomeriggio del 15 abbiamo partecipato al workshop I giovani e l’Europa e per i ragazzi è stato ancora una volta il momento di raccontarsi e sentire l’interesse e l’affetto dei ragazzi che li ascoltano.Ma è anche il momento di ascoltare altre storie, come quella di Margherita Asta e della sua famiglia sterminata da un’autobomba. I ragazzi, si arrabbiano, si indignano, piangono in silenzio.
Sul bus i ragazzi ricordano le storie, le lacrime del figlio di Silvia seduto accanto a lui sull’altare, cui Victor avrebbe voluto dire: Non ti preoccupare lei è là sopra che ti sta guardando. I ragazzi di dentro e quelli di fuori sono uniti nel dolore e nel conforto di sentirsi insieme dalla stessa parte.
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