Una crisi che diventa sistema e chi scrive o indaga, paga
Rosaria Capacchione è stata minacciata qualche giorno fa’ dai
Casalesi insieme al PM Cantone, e a Saviano, in un’aula giudiziaria
mentre si conduceva il processo Spartacus . Lei fa da 29 anni la
giornalista ed è una bravissima cronista giudiziaria ed è con lei che
abbiamo parlato un po’ per capire meglio la crisi campana , gli affari
mafiosi, e questo silenzio che non ci convince.
Rosaria chi sono i Casalesi?
Sono
una famiglia criminale che usa metodi mafiosi senza dimenticare che
erano alleati di Cosa Nostra, esistono da decenni, ma sono quelli di
cui si parla meno tra le famiglie mafiose perché sono distanti dal
folklore anche napoletano a cui l’Italia e i mass media sono abituati.
Sono
un’ organizzazione parassitaria, sfruttano quello che c’è, e non è mai
quello che vediamo,come ad esempio la crisi dei rifiuti; loro si sono
introdotti in una crisi che nasce venti anni fa, ma che non hanno
creato, semmai sfruttato.
Ricordo che la prima azienda dei Casalesi
coinvolta nei rifiuti per affari illeciti si chiamava “Ecologia 90”,
ripeto 20 anni fa’!
La Campania può uscire da questa crisi?
No, la
crisi è strutturale, dietro ci sono diversi secoli di provvidenze , lo
sfruttamento di ogni tipo di finanziamento: europeo, regionale,
nazionale atto a creare posti di lavoro temporanei e fini a loro stessi
ossia, che non sono mai funzionali a un sistema regionale di crescita
economica, ma solo una specie di welfare state campano tutto fondato
sullo sfruttamento di questi finanziamenti prima, fino ai consorzi di
oggi con posti di lavoro atti solo a prendere soldi, ma ripeto, non a
far funzionare il sistema lavoro.
Tutto ciò oramai è convenzione da
decenni, ricordo che durante il periodo di crisi industriale che ha
ammazzato la ricchezza agricola campana, negli anni 80 90, cominciai a
scoprire i primi fatti illeciti che riguardavano i rifiuti di cui
per’altro scrivevo sul mattino quindi tutti sapevano .
Ad esempio
17 anni fa’ nel 91 Mixer fece un servizio su un autotrasportatore
Tamburrino che venne ricoverato in ospedale perché intossicato dalla
radioattività, infatti scoprimmo che trasportava bidoni radioattivi,
facemmo insieme ai colleghi un percorso a ritroso e scoprimmo che
doveva scaricare tra Napoli Caserta tali bidoni radioattivi.
Da dove provenivano?
La crisi dei rifiuti nasce
in Toscana in aree ricche che non sapevano dove smaltire rifiuti
tossici e industriali e si allarga alle altre regioni; insomma tra
Napoli e Caserta ci stanno i rifiuti di tutta Italia e mezzo mondo…
Cominciò con imprenditori borderline che gestivano discariche peraltro
mai a norma. Poi è diventato un grande affare. Ora è un sistema
industriale vero e proprio di smaltimento illecito di rifiuti.
Le amministrazioni sapevano?
Per forza i
giornali scrivevano, la tv parlava… (prima ho fatto l’esempio di
Mixer). Io conservo ancora articoli scritti 20 anni fa’ che
riguardavano la zona di Capua (sempre tra Napoli e Caserta) con il
ritrovamento di centinaia di bidoni contenenti sostanze chimiche, e già
allora parlando con i medici della mutua o generici, che mi fecero
visionare centinaia di cartelle cliniche che da intere generazioni
manifestavano picchi di malattie tumorali e non del sistema linfatico.
De Gennaro può risolvere la situazione ?
No, ti
faccio un esempio: la provincia di Caserta, la terra dei Casalesi è
piena zeppa di aziende dismesse sequestrate e confiscate. E dove vanno
a individuare l’ area di stoccaggio? Su l’ area ad alta vocazione
agricola. A questo punto mi domando: se la terra è tutta confiscata
l’area di stoccaggio non si può fare in un posto dove non si può
coltivare?
Alcuni giornali vi hanno dedicato solo un trafiletto perché?
Perché banalizzano, o forse non si ha la sensibilità per l’argomento.
Dove arrivano i Casalesi?
Iovine Antonio, il
boss latitante dei casalesi che ci ha minacciato in aula attraverso il
suo avvocato era il proprietario del Gilda, il più famoso locale della
capitale!
Nessuno ne ha mai parlato però. I Casalesi sono fino al
sud del Lazio, fino ad Aprilia, Pomezia, Anzio, Nettuno, Ardea, Fondi
il resto sono calabresi, poi ci sono le altre regioni.
Cioè?
Ti racconto un aneddoto per capire meglio.
Nel
1991 ci fu una sparatoria a Modena; era il periodo in cui noi stavamo
in piena guerra camorrista e avevano l’abitudine di uccidere il sabato
e la domenica, poi studiammo la cosa e capimmo il perché: gli
assassinati erano sempre persone che lavoravano in Toscana e in
Emilia Romagna che tornavano a casa il sabato e la domenica. Il
giornale mi mandò a Modena per la sparatoria e scendendo dalla stazione
vidi che le imprese edili erano tutte campane e a Modena i colleghi non
se erano accorti, si accorsero di me che andai la, chiedendosi perché
una cronista del Mattino andasse a Modena , ma non che le imprese
edili erano in gran parte camorriste che poi era il motivo della
sparatoria .
Rosaria perchè gli avvocati si sono spinti fino a minacciarti in aula?
Questa
è una storia al contrario dove il boss latitante mi fa’ accusare in
aula di essere prezzolata dallo Stato, e sono cosciente che se Saviano
non fosse un personaggio pubblico io non sarei andata sui giornali.
So
che l’indagine che ha condotto il giudice Cantone e di cui anche io
ho scritto ora sono note perché c’è stato il libro Gomorra.
Da quanto sei minacciata?
Loro minacciano in vari modi attraverso lettere, messaggi , nel ’92 venni a conoscenza di un piano per uccidermi.
Perché non ti danno la scorta?
Non lo so
Il ministro dell’Interno lo hai sentito?
No.
La FNSI, Articolo21 e il PD si sono mobilitati per te, Cantone, Saviano e Lorenzo Diana è un inizio?
Temo di no
Però noi ti stiamo vicini Rosaria perché siamo testardi e crediamo nella giustizia e pretendiamo per te la scorta!
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