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Un nuovo avvertimento per Amadore?

Di Bruna Iacopino il . Progetti e iniziative

Risale a qualche giorno fa ma è stata resa nota solo oggi la notizia
di un nuovo atto “intimidatorio” ai danni del giornalista siciliano del
Sole24ore, Nino Amadore. Il giornalista però non si sbilancia, si
limita a riferire i fatti, lasciando a chi di dovere il compito di
giudicare. “ Sabato 8 marzo- riferisce Amadore – ero a moderare un
convegno presso l’Istituto religioso Don Bosco di Palermo; ho
parcheggiato l’auto dentro il parcheggio dell’istituto. Il convegno era
promosso dal Centro Don Sturzo…

Si è parlato anche di legalità e politica, del rapporto inscindibile
fra le due… Finito il tutto, all’uscita, mi accorgo che la mia auto era
danneggiata sul cofano davanti e sulla fiancata destra.”

I fatti sono semplici, ma spiegano più di mille parole. Già in
precedenza, ovvero a gennaio, si era verificato un altro episodio
simile, a farne le spese sempre l’auto.
Il punto è che Nino Amadore
ha una grande responsabilità, quella di fare onestamente il suo lavoro,
ovvero di raccontare la sua terra, la Sicilia. Lo ha fatto non solo
scrivendo dalle pagine dei giornali, ma anche attraverso un libro, La
zona grigia- Professionisti a servizio della mafia, in cui racconta la
latitanza di Bernardo Provenzano rivelando nomi di personaggi che lo
hanno fiancheggiato in questa fase.
Coincidenza? Subito dopo la presentazione del libro, ad Agrigento, la sua macchina è stata danneggiata la prima volta.
In
tutto questo tempo Amadore non ha ricevuto minacce di altro tipo, o
avvertimenti di sorta. “Io posso anche pensare al gesto di un
delinquente qualsiasi, ma si tratta di un segnale e come tale va letto.”
Come
giornalista ha continuato a fare il suo lavoro, ha continuato, in
questi mesi, a scrivere, a rilasciare interviste a tv e giornali, ha
continuato a promuovere il suo libro e forse questo poco piace a chi
vorrebbe invece, il silenzio.
“In Sicilia il silenzio è un segnale forte” dice ancora il giornalista.
Dunque
nessuna minaccia diretta ma gesti, gesti che hanno delle conseguenze,
in questo caso, come in altri (Saviano, Abbate, Capacchione… per
citarne alcuni) la soggezione da parte dell’informazione: “ Il problema
è di natura complessiva… di fronte a cose del genere molti altri sono
portati a chiedersi semplicemente: ma chi me lo fa fare?”
Il mondo
della politica, i colleghi, le associazioni di categoria hanno
nuovamente espresso piena solidarietà ad Amadore, come già fatto in
precedenza con le minacce rivolte dal clan dei Casalesi a Saviano e
Capacchione.
Ma basta questo per evitare che quella zona grigia si
estenda oltre misura? Probabilmente no, probabilmente un impegno molto
più serio e più attento da parte del mondo dei media, potrebbe invece
arrivare a contenere il fenomeno.
L’esempio del processo Campagna dovrebbe pur insegnare qualcosa…

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