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Il fronte Congiusta si allarga

Di al.ma. il . Calabria, Dai territori

Le istituzioni in aula contro la ‘ndrangheta. Parti civili al processo sull’omicidio di Gianluca Congiusta, al fianco del padre Mario e della Fondazione che porta il nome del figlio. Dopo le polemiche iniziali – seguite alla decisione del comune di Siderno di non schierarsi in tribunale – l’appello a prendere posizione al processo Costa ha raccolto consensi numerosi. Tra le parti civili ci sono la Regione Calabria, la Provincia, l’Associazione dei comuni della Locride, ma anche la Confindustria Calabria, Italia dei valori e “Insieme si può”.

Non è più solo Mario Congiusta. Dal quel 24 maggio del 2005, quando Gianluca è stato assassinato a Siderno per una storia di estorsioni, il padre si batte per la verità e la giustizia. E al processo contro Tommaso Costa, presunto mandante dell’omicidio, saranno in tanti al suo fianco.“Un vero e proprio risveglio della società civile” dicono con fiducia ritrovata dalla famiglia Congiusta. Non dimenticano che “in un passato, anche recente, persino i congiunti delle vittime avevano timore di costituirsi parte civile”. Adesso non è più così. Tanti i fermenti, tra la gente e dentro le istituzioni. La Provincia di Reggio Calabria guida il fronte: è stata accolta la proposta di modifica allo statuto che renderà automatica la costituzione di parte civile ai processi di ‘ndrangheta. Un passo in avanti decisivo. Un esempio da emulare.

Una nuova prassi istituzionale, un nuovo modello di amministrazione contro la ‘ndrangheta. Una iniziativa che non deve restare isolata, come l’azione d’avanguardia di Peppino Lavorato. Negli anni 90, il sindaco di Rosarno decise di far costituire il comune parte civile al processo Porto. Con coraggio, decise anche di richiedere il risarcimento dei danni in sede civile. Lo scorso luglio una vittoria inaspettata: le cosche Piromalli e Pesce dovranno sborsare 9 milioni di euro. Un giudice ha decretato che la mafia è dannosa e deve risarcire la comunità rosarnese. Un’arma vincente contro i patrimoni dei boss, un’arma che nessuno impugna.

Ma la lotta alla ‘ndrangheta, i Congiusta ne sono convinti, passa attraverso una scelta politica precisa. Servono nuove leggi contro le mafie che “consentano di pervenire, attraverso un giusto processo, alla certezza ed alla effettività della pena”. Senza “sconti benefici e quant’altro”, scappatoie legali che smorzano “l’operosità sia delle forze dell’ordine che della magistratura”. In altre parole, se la ‘ndrangheta non resterà impunita, potrà essere sconfitta davvero. Con l’aiuto della gente.

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