Appalti, funziona il vostro modello
Un esempio di lotta alla criminalità viene dalla Toscana. A quanto riconosce il consigliere per
Per il consigliere Lembo è «auspicabile che, nella complessa e delicata materia dei pubblici appalti, il legislatore persegua, con costante fermezza, un orientamento di maggior rigore, trasparenza e chiarezza, più rispondente all’attuale espansione e diffusività dei fenomeni d’infiltrazione mafiosa nel sistema dei pubblici appalti». Ed eccoci al punto: E’ «in tale direzione sembra essersi mosso, recentemente, il Consiglio regionale della Toscana che, nella legge regionale approvata lo scorso 27 giugno, ha frapposto un serio ostacolo alla formazione di cordate, sia pure costituite al solo scopo di una ripartizione nell’affidamento dei lavori previamente concordata tra impresa o imprese ufficialmente partecipanti alla gara ed imprese interessate unicamente ad eseguire in regime di subappalto (reale od occulto) i lavori medesimi».
Secondo il magistrato «la limitazione del ricorso al subappalto alle attività che rivestono carattere di specializzazione e l’espresso divieto di subappalto nei confronti delle imprese che hanno presentato offerte in sede di gara, costituiscono i due punti qualificanti della suddetta legge regionale che concorrerà senza dubbio a ridurre i rischi d’infiltrazione criminale nello specifico settore, contribuendo ad elevare il tasso di trasparenza delle procedure di gara».
Per il magistrato «anche la responsabilità solidale dell’impresa aggiudicataria dell’appalto con l’impresa subappaltatrice costituisce un rilevante aspetto di novità introdotto dalla legge regionale, la quale ha sancito, altresì, l’esclusione dalle gare, per la durata di cinque anni, delle imprese che non abbiano osservato le norme statali e regionali in tema di versamento dei contributi previdenziali e sicurezza dei lavoratori».
Insomma, prendere
Fonte: Corriere Fiorentino
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