Qualcosa di troppo nella catena alimentare
Hanno fatto il giro di ilanuovaecologia.it/ecomafie/protagonisti/8551.php”>nternet, radio e tv, da settimane. Sono le immagini della docu-inchiesta campana che ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Biutiful Cauntri, il documentario di Esmeralda Calabria, Andrea d’Ambrosio e Giuseppe Ruggiero uscito nelle sale cinematografiche venerdì scorso.
Il quotidiano il Manifesto lo scorso 4 marzo dedica al documentario un pezzo a firma di Roberto Silvestri intitolato “la puzza che distrusse la pizza. Biutiful cauntri spiega perché”. E’ una radiografia del massacro ecologico, spiega il giornalista, nel triangolo di Acerra, Qualiano, Giugliano e Villaricca. Luoghi delle discariche abusive e legalmente criminali diventano vie di snodo di traffici con un volume che rasentano quelli sulla cocaina e eroina. Pastori e agricoltori stritolati da tutto questo, si muovono su terreni che sono minati, nascosti ma non isolati infatti sotto terra ci sono: diossina ed amianto che uccidono soprattutto agnelli, bufale, acque, e presto non “faranno stare bene nessuno dei consumatori di pomodori e mozzarelle genuine”.
Un documentario prodotto dalla casa cinematografica Lumière che, sottolinea la cronaca de Il Giornale, ha già fatto il giro di mezza Europa (Marsiglia, Rotterdam e prossimamente Londra) . Se lo contendono già l’inglese Bbc, e la tedesca Ard. Un tour internazionale che mostra al resto dell’Europa una fetta d’Italia che fa rabbrividire il continente.
Questioni ambientali che non riguardano però solo
I risultati presentati nella conferenza stampa di Taranto da Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink, sono sconcertanti. Negli ultimi anni le emissioni industriali di diossina sono diminuiti in tutta Italia, Taranto esclusa. Qui lo stabilimento siderurgico Ilva, attivo da 45 anni ha continuato senza sosta ad emettere diossina. Dati che sono in controtendenza anche rispetto ai livelli consentiti nel resto dell’Europa (Austria e Germania 0,1 nanogrammo a metro cubo, Inghilterra 0,2, Olanda fra 0,4 e
L’Italia non ha adottato alcun limite, anzi nel
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