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Inchiesta: fra cronaca e sospetto

Di Norma Ferrara il . Dai territori, Sicilia

Gela da vedere. Con il naso all’insù che un po’ si ritrae per l’odore nauseante causato dal petrolchimico che oggi è meno mortale di ieri ma i suoi problemi li crea ugualmente. La storica raffineria affacciata sul mare dal colore verde blu, dimezzata nelle dimensioni e nei posti di lavoro, ricorda ferite che non si menzionano ma che in troppi si portano addosso.

Gela da scommetterci. Lo ha fatto con astuzia e tanta passione Rosario Crocetta, il sindaco più anti, che ci sia: antimafia innanzitutto. Anticonformista. Così “anti” insomma, che da queste parti non se ne erano mai visti. Tanto che Gela è diventato territorio di sperimentazione politica, democratica, civile e sociale. Un luogo pubblico di confronto, sebbene il dissenso cresca lo stesso. Lo seguono con attenzione ed impegno colleghi come la dottoressa Elisa Nuara, Assessore e vice presidente dell’antiracket locale.

Gela da sapere. Sapere che qui, dove di mafie ce ne sono più d’una, la Stidda e Cosa nostra, la vita non è certo tranquilla. Le cosche non hanno smesso di sparare, intimidire, soffocare, infiltrare l’economia, pubblica e privata. Non tollerano ancora che un Vescovo, dica no al funerale di un boss: vedi la storia di Pennisi ed Emmanuello. La Chiesa minacciata da una mafia che dal suo feudo non vuole arretrare e lo Stato la scorta la deve ancora assegnare al Vescovo e al Sindaco.

Gela da informare. Raggruppa i tanti lati bui dell’informazione incontrati da Libera Informazione in giro per la Sicilia in questi mesi. E’ bassa la presenza di giornalisti al Seminario dello scorso 14 febbraio ma non quella delle associazioni che lavorano sul territorio. Un appello significativo lo lancia il collega Carlo Ruta, che di giornalismo d’inchiesta se ne è occupato in particolare con i portali “Inchieste.com” “Accaddeinsicilia.net”, ed è uno dei preziosi giornalisti che non ha svenduto il suo diritto a informare. Oggi, dopo aver subìto l’oscuramento di un sito internet nel dicembre del 2004, Ruta pone al centro del dibattito i limiti dell’informazione e lo fa con la stanchezza di chi si è scontrato troppo spesso con “uno Stato che non tutela nè i giornalisti, nè gli storici e nemmeno i sociologi. Scrivere, raccontare i fatti oggi – dichiara Ruta – non è più possibile se non si migliorano i rapporti fra fonti, notizie e Giustizia. Troppe querele inficiano le fedine penali tanto che ne bastano tre per essere considerato delinquente abituale”. E poi c’è l’informazione tradizionale nelle parole di Liliana Blanco (canale 10) che a voce alta rivendica la dignità di chi fa cronaca ogni giorno. “Possiamo raccontare – dichiara – di tutte le singole buche presenti in città ma se nessuno si occupa di ripararle non possiamo essere considerati noi i responsabili di eventuali incidenti”. Gela dalle mille facce racconta un’informazione piuttosto stretta, fra la cronaca e il sospetto. Di inchiesta non si parla, il tempo per farla sembrano dirci non c’è ma Gela la raccontiamo lo stesso.


Gela che è avanguardia. Nell’antiracket in primis, che qui sottolinea Renzo Caponetti, presidente dell’associazione, è “porta a porta” ; segue ogni giorno i commercianti dalla denuncia al processo, non li lascia soli. Questa è una città in cui si è fatta “sperimentazione” su scelte poi arrivate a Caltanissetta e appoggiate dal resto delle associazioni di Categoria. Confindustria in testa. Forse perché “la dove la terra è più arida crescono i fiori più belli” e la rivolta contro il racket è da queste parti uno dei fiori più belli.


Gela da ritornarci. Perché diventa sempre più una chiave di lettura di un cambiamento possibile. Nel loro reportage giornalistico Fuga dall’illegalità i giornalisti Marco Nebiolo e Elena Ciccarello: scrivono, in breve […] un tempo dicevi Gela e pensavi al petrolchimico e alla mafia oggi invece ti vengono in mente Crocetta e l’antiracket […]. A noi di Libera Informazione vengono in mente anche Alessandro (Cgil Gela), Giuseppe e Luciana (Arci Gela), Pietro (Legambiente Gela), Dario (Libera Catania), Fabrizio (Giornale di Sicilia), Simone e Liliana (Canale dieci) Rosanna (Proloco Niscemi), Gaetano, Giuseppe, Salvatore (Cngei Niscemi), Vania (Cesvop Gela).

E poi a pochi kilometri da qui gli occhi attenti e curiosi dei ragazzi del liceo Leonardo Da Vinci che abbiamo incontrato lo scorso 15 febbraio e con i quali abbiamo parlato di informazione e mafie in compagnia del Gip Carlo Conti, di Roberto Morrione, del sindaco Giovanni Di Martino e del loro preside Fernando Cannizzo. Speriamo che anche loro ci ricordino da Niscemi, dove dichiara il Gip Conti – con altissima probabilità per molti mesi è stato nascosto il latitante Emmanuello. Una dichiarazione che gela la sala: la mafia a Niscemi? così… senza avvertire.

Gela da costruire con le energie e le idee di chi è rimasto e di chi se n’è andato. Perchè l’acqua fatica a raggiungere le abitazioni, il lavoro è ancora difficile da promuovere ed incentivare, gli appalti pubblici sono da ripulire con attenzione (e anche le graduatorie per le case popolari….). Le associazioni sono tante ma l’amministrazione comunale è una e fra loro strade non sempre convergenti sottolineano la necessità di un metodo politico ancora più aperto al dialogo.

Per una: Gela da informare, liberamente

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