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Forgione: «Finanza più trasparente per colpire al cuore le mafie»

Di Stefano Fantino il . Altre regioni, Dai territori, Istituzioni

Non ha dubbi Francesco Forgione, nel
tracciare un bilancio dei lavori della Commissione Antimafia da lui
presieduta: «In poco più di un anno di lavoro (dal 13
gennaio 2007 al 20 febbraio 2008 ndr) abbiamo concretizzato
diverse iniziative importanti e voglio sottolineare l’attenzione
che questa Commissione ha riservato all’aspetto economico, vero
tema centrale entro cui abbiamo imperniato il nostro lavoro, pur
senza tralasciare altri delicati aspetti».

Economia, riciclaggio e mafie

Vengono alla mente immediatamente le
visite di Draghi e Montezemolo, rispettivamente in rappresentanza di
Banca d’Italia e Confindustria, assoluta novità per una
Commissione Antimafia:«Siamo consapevoli che la lotta alla
criminalità debba passare anche da una attenta analisi dei
flussi finanziari, entro cui il riciclaggio del denaro permettere
alle mafie di far fruttare le loro attività e i loro
investimenti». Forgione ricorda come dopo la visita di Draghi
l’Associazione bancaria italiana avesse protestato per una chiamata
in causa delle banche nelle operazione di riciclaggio soprattutto in
merito alla richiesta di posizione più coraggiose e
trasparenti che facilitassero controlli più approfonditi per
la lotta al riciclaggio. Il presidente su questo non transige: «La
necessità di rendere più effettive le analisi sui conti
, di segnalare le operazioni sospette è qualcosa di
ineludibile. Bisogna “aprire i forzieri” e attaccare nel mafie
dal punto di vista economico. Altrimenti risulta grottesco che a
fronte di decine di convegni giornalieri sul tema si abbiano in
totale solo 5 processi per riciclaggio. Il santuario della finanza
non deve essere più intoccabile».

I lavori della Commissione

Con le elezioni alle porte non può
essere eluso uno dei temi su cui la Commissione Antimafia si è
molto battuta, quello del codice etico riservato alla politica, come
sottolinea anche il vicepresidente Lumia, uno dei grandi lasciti di
questa commissione. Che, indubbiamente, ha prodotto atti tangibili e
significativi, nonostante un periodo di azione estremamente breve.
Accanto alla promozione di un codice etico che sembra aver fatto
breccia tra i candidati premier, molto importante è stato il
disegno di legge per la parificazione delle vittime della mafia a
quelle del terrorismo, l’istituzione di un sportello web della
Commissione e l’approvazione, all’unanimità, di importanti
relazioni sui beni confiscati, ‘Ndrangheta e testimoni di
giustizia, prima dell’ultimo documento, la relazione finale dei
lavori. Accanto a queste importante iniziative anche il lavoro sul
campo: le missioni in Sicilia, Campania, Calabria e anche Germania
per un lavoro d’equipe con le istituzioni tedesche sul tema
‘Ndrangheta.

Codice etico e continuità

Un documento importante, approvato solo
in Commissione Affari Costituzionali, è stato invece quello
sulla modifica del testo sullo scioglimento dei comuni infiltrati
dalle mafie, dove si pone l’accento su una globale e intrinseca
verifica degli addetti comunali da rimuovere: un cruccio per Forgione
non averlo approvato completamente, con l’auspicio che il futuro
governo non lo lasci cadere nel vuoto. L’urgenza riguarda anche il
testo Unico dell’antimafia che è una delle priorità
da affrontare per la prossima Commissione. Priorità senza
partiti politici e colori: un richiamo ad una passione civile che
deve animare i componenti della Commissione aldilà della
semplice investitura politica. «Una priorità che deve
trovare spazio nella campagna elettorale, siamo sul tema etico, sia
dal punto di vista della progettualità» come direbbe
Beppe Lumia, senza dimenticare, ricorda invece Forgione «una
Sicilia dove il voto per la regione assume uno spropositato
significato: trasparenza in politica è una necessità
civica e politica, un bisogno di chiarezza che non può essere
obliato».

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