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Il Macero in scena a San Leucio

Di Giacomo Governatori il . Campania, Progetti e iniziative

Andrà in scena il 9 ed il 10
febbraio ad Officina Teatro, il nuovo spazio teatrale nato a San Leucio (CE) il monologo teatrale “Il Macero”, interpretato dall’attore Roberto Solofria, lavoro tratto dal romanzo di Nanni
Balestrini “Sandokan...storia di camorra”.
    Un romanzo difficile e difficilmente
reperibile nelle librerie perché ritirato dal commercio e mai più ristampato dalla
casa editrice torinese Einaudi, che ha voluto sospendere la distribuzione per
‘autotutelarsi’ in seguito alle intimazioni dagli avvocati del boss Francesco
Schiavone.
    Anche lo spettacolo teatrale ha incontrato non poche
difficoltà: per poter superare la censura dei circuiti teatrali tradizionali, è
stato inserito nella programmazione dei Teatri d’Arte Mediterranei, un progetto
che vuole portare il teatro in luoghi “difficili” e grazie a Libera – Piemonte,
alla Fondazione Teatro Stabile di Torino e all’Associazione “Il Libro
Ritrovato”, “Il Macero”, nell’ottobre del 2006, calca per la prima volta le
tavole di un palcoscenico “tradizionale” proprio dello Stabile torinese.
    Sullo sfondo di un casertano
desolato la figura di Schiavone, il boss, la camorra vengono evocati, sono
palpabili ma mai dominanti in carne ed ossa. Infatti  il monologo pur narrando le vicende di uno
dei più feroci boss della camorra , non indugia sulle sue ‘gesta’, piuttosto ci
restituisce il clima iperrealistico di un paese dominato da una criminalità
dove la vita umana non vale più niente, e l’umiliazione cresce fino a farsi
intollerabile ed esplosiva, dove l’unica possibilità di riscatto è la fuga, morale,
oltre che economica e sociale, un’emigrazione che nasce dal rifiuto
dell’assuefazione alla morte che è il fondale su cui è dipinta una magra
esistenza contadina.    E quando si sofferma sulle
vicende del clan che negli anni Ottanta sfidò la Nuova Camorra
Organizzata di Raffaele Cutolo, lo far per descrivere, con un’imposizione
surreale, il destino iperrealista di un paese alla deriva. Un paese in cui il
cartello con la scritta “Benvenuti” è pieno di buchi di proiettili, in cui è
“quasi” legale truffare le assicurazioni o esercitarsi al tiro contro il
portone di una persona che ti è antipatica. Un paese in cui la cosiddetta
modernità è giunta sotto forma di armi tecnologicamente avanzate o di auto di
lusso e di telefoni cellulari, che l’uso di quelle armi consente di acquistare.
Un paese in cui o diventi un “muschillo” (la sentinella di un boss) o frutta da
macerare.

 

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