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La stampa e la sentenza Cuffaro

Di Fantino-Ferrara il . Dai territori, Sicilia

    “Non è mafioso?, rimane? favorì dei mafiosi? non favori Cosa
nostra?”.
La
sentenza Cuffaro
, letta ieri a Palermo,  ha fatto il giro dei media regionali e nazionali
in poche ore, le stesse necessarie ai quotidiani per impaginare una sentenza
difficile da raccontare. I due principali quotidiani italiani, il Corriere
della Sera e Repubblica, aprono la prima pagina delle rispettive testate
evidenziando i termini della condanna: “Cuffaro, condannato a 5 anni” – Corriere
della Sera,  Repubblica: Aiuti ai boss, 5
anni a Cuffaro. La Stampa invece sposta l’accento sul “personaggio” Cuffaro aprendo
il giornale con un efficace “Condannato il viceré di Sicilia”. Il quotidiano
torinese mette comunque in evidenza la condanna del governatore: questo
elemento è invece sacrificato in altri quotidiani che scelgono di dare priorità
alla “mancanza dell’aggravante”. Sulla stessa linea anche l’Unità di Padellaro
che titola “ Favorì dei mafiosi, ma Cuffaro non lascia”.

    I giornale della CEI e della Confindustria riportano la
notizia mettendo in risalto la mancata presenza dell’aggravante per Cuffaro, di
cui si ribadisce l’estraneità alla mafia, secondo quanto detto dalla sentenza
per Avvenire, in base a una dichiarazione del governatore per Il Sole 24 Ore (Avvenire:
a Cuffaro 5 anni di condanna ma non per mafia”non mi dimetto”, – Il Sole 24
Ore: Cuffaro condannato a 5 anni “non ho favorito la mafia”).

    Le parole e le
immagini che accompagnano il titolo del Giornale di Sicilia, il primo
quotidiano della regione,  rimarranno
nella storia del giornalismo siciliano e nella memoria dell’opinione pubblica “Condannato
ma non per mafia “rimango”.  La sentenza
per molti sarà suggellata per sempre in quelle parole. Dentro, uno speciale di sette pagine dedicate a tutti gli
aspetti del processo, al Presidente, alle reazioni dei politici siciliani . Il
Giornale di Sicilia e Repubblica accennano, in un trafiletto, al sit in di
protesta che si è svolto ieri sotto il palazzo della Regione Siciliana per
chiedere le dimissioni di Cuffaro.
   

    Politicamente arroccati su posizioni agli antipodi,  Libero e il Manifesto, si guardano allo
specchio in questi tesi giorni di bagarre giudiziaria. Il triangolo Mastella,
Cuffaro, Berlusconi e le rispettive vicende con la legge ridisegnano ancora una
volta il rapporto tra politica e magistratura: così capita di estrapolare
notizie su Cuffaro dal pout porri di
prima pagina di Libero sulla Berlusconeide e di vedere stagliarsi all’orizzonte
il profilo del governatore siciliano, insieme ai due noti politici nazionali
sull’apertura de Il Manifesto.
New York Times lapidario, “Jail for Governor Who Aided Mafia” (Galera per il
governatore che aiutò la mafia): nessun appello e fatti chiarissimi per la
stampa statunitense.
Ma poi quali sono i fatti? Cuffaro ha favorito la mafia? No,
solo Aiello. Ma Aiello chi era?

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