Don Ciotti per ricordare Accursio Miraglia
Da Corleone a Sciacca per andare alla commemorazione dell’assassinio del sindacalista Accursio Miraglia, ammazzato dalla mafia il 4 gennaio 1947. Da Corleone a Sciacca poiché siamo i ragazzi che stanno svolgendo il servizio civile con il progetto, la memoria costruisce il futuro di Arciserviziocivile, che ha come obiettivo proprio lo studio e la raccolta di documenti sul movimento contadino e antimafia. Abbiamo trovato un teatro pieno di giovani delle varie scuole di Sciacca e importanti relatori.
La commemorazione è iniziata con la proiezione della puntata del documentario Blu Notte di Carlo Lucarelli sulla morte di Miraglia, Rizzotto e Carnevale. La proiezione della parte che riguardava Miraglia è stata davvero significativa sia dal punto di vista storico/conoscitivo e sia dal punto di vista umano. La storia di Accursio Miraglia è la storia di uno dei tanti sindacalisti uccisi dalla mafia perché avevano sostenuto i contadini nelle occupazioni delle terre. Occupazioni che rivendicavano soltanto il rispetto della legge e cioè l’applicazione dei decreti Gullo del 1944, con i quali si dava la possibilità alle cooperative di contadini di ottenere in affitto i terreni che erano nelle mani dei gabelloti e degli agrari.
Accursio Miraglia era il Segretario della Camera del Lavoro di Sciacca e ritornato dal nord iniziò una serie di attività economiche a Sciacca. Ma pur dalla sua posizione di sindacalista si mise a capo dei contadini per rivendicare la terra. Nel 1946 creò la cooperativa Madre Terra e riuscì ad organizzare un’enorme manifestazione pacifica, chiamata la cavalcata, con 5000 persone a Sciacca. Subito dopo tale imponente manifestazione il Tribunale inizia l’assegnazione delle terre. Allora la mafia e gli agrari decisero la sua morte, la morte di colui il quale voleva il miglioramento delle condizioni di vita dei più poveri. Furono accusati alcuni mafiosi, tra cui il Cavalier Rossi e il capomafia Di Stefano che aveva il feudo del cavaliere in gabella.
Indagini, processo, testimonianze, ritrattazioni e infine tutti assolti per insufficienza di prova. Insomma nessuna giustizia si è mai avuta. Subito dopo la proiezione hanno preso la parola i relatori: il moderatore era il dott. Mazza, poi i Consiglieri Provinciali di Agrigento Di Paola e Lazzano, il Senatore Montalbano, il vicesindaco di Sciacca Segreto, il giornalista Dino Paternostro, il figlio Nico Miraglia e Don Luigi Ciotti Presidente di Libera.
Dopo gli altri interventi ha preso la parola Don Luigi Ciotti e non sapete l’emozione nell’ascoltarlo nella sua umiltà. Don Ciotti ha detto: Questa è una terra fatta di uomini e di donne che hanno pagato con la
vita. Noi dobbiamo ricordarli tutti e per questo il 21 Marzo, primo giorno di
Primavera, Libera li ricorda tutti. Dobbiamo sconfiggere la malattia più grave
che vedo in questo paese e cioè la rassegnazione e l’indifferenza. Per questo
dico che il problema siamo noi. Certo lo Stato deve fare il suo dovere, ma noi
dobbiamo fare la nostra parte. “E’ possibile che milioni di uomini sono sotto
ricatto di poche migliaia di mafiosi? Usura, pizzo, caporalato non rendono
liberi. Bisogna liberare la libertà. Ma
anche noi dobbiamo fare la nostra parte, dobbiamo rispettare le regole e si
deve iniziare dalle piccole cose.
Ha infine ricordato Pippo Fava e il giudice Livatino, ma ha voluto anche ricordare che da quelle lotte portate avanti da sindacalisti come Miraglia oggi sono nate le cooperative di Libera che lavorano nei terreni confiscati alla mafia. Poi alcuni giovani hanno descritto la vita di Accursio Miraglia. A Sciacca si è svolta dunque una gran bella iniziativa e voglio concludere proprio con le parole di Accursio Miraglia, che diceva: “Meglio morire all’impiedi che vivere in ginocchio”.
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