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Siderno, il comune non sarà parte civile

Di Francesca Chirico il . Calabria, Dai territori

Gli ha eretto un monumento per ricordarlo, ma al processo contro i suoi presunti assassini il Comune di Siderno non ci sarà. Per la sua costituzione di parte civile mancherebbero, a parere degli avvocati dell’ente, i necessari presupposti giuridici. Alla vigilia dell’udienza preliminare che il 2 gennaio schiererà nell’aula bunker del Tribunale di Reggio Calabria gli uomini e le donne del clan Costa di Siderno, l’invito rivolto da Mario Congiusta alle istituzioni locali sbatte contro un “no” duro da digerire. Anche se pronunciato con tutti gli accorgimenti del caso e confermando l’affettuosa vicinanza al papà e alla famiglia tutta di Gianluca Congiusta, il giovane commerciante sidernese assassinato il 24 maggio del 2005. Di quell’omicidio, ma anche di associazione a delinquere di stampo mafioso, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, danneggiamenti ed estorsioni ai danni di imprenditori locali, il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Antonio De Bernardo, ha chiamato a rispondere proprio il clan capeggiato dal boss Tommaso Costa, ritenuto mandante ed esecutore materiale dell’agguato ai danni di Gianluca. E in vista della prima udienza davanti al gup Daniele Cappuccio, “sicuro che l’Ente da Lei rappresentato voglia dare un segnale della volontà politica ed istituzionale di contrastare e combattere un fenomeno criminale che lede i fondamentali diritti sanciti dalla Carta Costituzionale e principalmente quello sacro della vita di tanti cittadini calabresi onesti”, Mario Congiusta aveva spedito a Comune di Siderno, Provincia di Reggio Calabria, Regione Calabria, Associazione dei Comuni della Locride e Comitato dei sindaci una copia della richiesta di rinvio a giudizio e l’invito a sedere, nel processo, tra le parti “offese”. Immediatamente accolto dalla Regione Calabria, l’invito è stato invece respinto venerdì scorso, per “difetto” giuridico, dal Comune di Siderno. Puntualizzando che “ovviamente l’Amministrazione comunale è sovrana nella scelta politica da operare circa la costituzione di parte civile per il reato di associazione mafiosa”, gli avvocati Antonia Vizzari, Vincenzo Luly e Antonio Ricupero hanno infatti espresso parere negativo sull’ipotesi di costituzione e la maggioranza consiliare guidata dal sindaco Alessandro Figliomeni ha deciso di esercitare la propria sovranità conformandosi ai consigli del pool che solitamente annovera anche la penalista Maria Candida Tripodi, in questo caso astenuta per incompatibilità. E’ il legale di fiducia del boss Tommaso Costa. Agli avvocati del Comune di Siderno non pare “che l’omicidio, seppur deprecabile e in danno di un cittadino onesto e laborioso, abbia provocato un qualsiasi tipo di danno all’immagine dell’Ente”, ed è loro “convinzione giuridica” che “non si sia determinata nella comunità sidernese una condizione di assoggettamento e di omertà derivante dalla forza intimidatrice di una cosca mafiosa”. Dunque, nessun presupposto per la discesa in aula.  Mario Congiusta non commenta, limitandosi a citare l’ordinanza della Dda di Reggio – “Per avere fatto parte di una associazione di tipo mafioso denominata “ndrangheta” articolata in una organizzazione criminale a base familiare facente capo alla c.d. ndrina “Costa” ed operante nella città di Siderno e finalizzata, mediante la forza intimidatrice del vincolo associativo e della conseguente condizione di assoggettamento e omertà della cittadinanza, al controllo mafioso della zona di Siderno” – e a menzionare con gratitudine la Regione Calabria e l’associazione “Insieme si può” di Franco Minici che hanno deciso di unirsi alla sua battaglia anche davanti ai giudici. Sugli assenti e i refrattari, per il momento, solo il silenzio.

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