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Cento passi verso la libertà

Di Umberto Di Maggio il . Dai territori, Sicilia

Portella della Ginestra, Agosto 2007. Riposano, stanchi ma sereni, nelle loro tende multicolori, al riparo del cocente sole d’agosto che brucia la pelle ed al suono delle cicale che non smettono di cantare. Vengono da lontano, questi  ragazzi, da molto lontano. Non molto distante da quelle tende, il primo maggio del 1947, a Portella della Ginestra, nel cuore della  Valle  dello  Jato  di  Palermo,  centinaia  di  lavoratori,  operai  e  contadini  siciliani,  si  erano
ritrovati per celebrare la rinata festa del lavoro e per festeggiare un futuro libero dall’oppressione mafiosa dei padroni latifondisti. Quel giorno invece, la voce di libertà viene soffocata nel  sangue, tra colpi di mitragliatrice e grida di dolore e di morte. Quella terra, oggi come ieri, grida giustizia e gronda del sangue innocente di quelle tante vittime. La stessa terra che ha dato i natali ad alcuni boss di Cosa Nostra e che per molti anni ha regalato soltanto pietre e dolore. I ragazzi si godono  il  meritato riposo,  dopo  una  lunga giornata di lavoro  sui terreni della  libertà. Hanno lavorato duramente, aiutando con immensa generosità i ragazzi della “Cooperativa Placido Rizzotto” che da sei anni coltiva quei poderi che un  tempo  appartenevano ai capi  della mafia: a Brusca, a Provenzano, a Riina. Sono  i  ragazzi  dei  campi  di  volontariato  internazionale  che  hanno  deciso  d’impegnare  le  loro vacanze  estive  per  sostenere  le  cooperative  che  gestiscono  i  beni  confiscati  alla  mafia.  Hanno voluto  fortemente  esserci,  scegliendo  di  lavorare  non  per  sé  ma  per  la  società  civile;  hanno  la faccia  bruciata  dal  sole e le mani  consumate  dal lavoro,  hanno  raccolto  pietre,  hanno rivoltato i terreni che un tempo appartenevano ai mafiosi. Hanno sentito, standoci sopra con i loro piedi, quanta giustizia richiami questa terra, oggi “Libera Terra”.

Articolo tratto da Animazione Sociale

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