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Case della mafia ai più deboli

Donatella Alfonso il . Rassegne

Le case della mafia diventano un alloggio
nascosto e protetto per donne maltrattate, un centro sociale per gli
anziani, due case per persone senza fissa dimora o anziani e giovani
in difficoltà, la sede di un´associazione che si occupa di bambini
e ragazzi. Quattro appartamenti (Via San Remo, vico Mele, vico Amandorla,
viale Aspromonte) e altrettanti magazzini, sottoposti a confisca da
parte del demanio, nei prossimi mesi diventeranno luoghi di incontro
e di speranza. Lo conferma Bruno Pastorino, assessore comunale alla
casa, rispondendo ad una interpellanza di Antonio Bruno, come lui del
Prc. Ma tre dei magazzini, quelli di vico Mele, chiarisce Pastorino,
sono attualmente bloccati dalla sentenza del Tar che ha accolto il ricorso
dei proprietari. Se la proroga fissata al 13 dicembre non avrà altri
seguiti, tra dieci giorni torneranno a disposizione del Comune, visto
che nel giugno del 2006, con un´intesa firmata in Prefettura, si era
stabilito il passaggio dei beni confiscati all´amministrazione comunale,
per farne uso di tipo sociale. In realtà, spiega Pastorino, solo alla
fine dello scorso giugno abbiamo avviato il passaggio vero e proprio
al patrimonio indisponibile dell´amministrazione da parte dell´Agenzia
del Demanio. Ma ora – anche se i tempi non sono ancora certi – si sa
che negli spazi di vico Mele dovrebbe essere realizzato un centro di
aggregazione per anziani della Comunità di Sant´Egidio, mentre in
via Berghini, sulle alture di San Fruttuoso, si insedierà il centro
di attività territoriale per bambini e ragazzi della Valbisagno. Da
decidere gli indirizzi per le altre destinazioni, soprattutto per non
svelare l´indirizzo della casa protetta per donne maltrattate che verrà
seguita dall´Udi, come già annunciato in occasione della giornata
contro la violenza sulle donne.

Ma è vero o no, incalza invece Alberto
Gagliardi (Forza Italia) che il nuovo regolamento edilizio non funziona,
che per i cittadini è praticamente impensabile avere un contatto con
l´amministrazione, che i ritardi nelle pratiche sono almeno di due
anni mentre si va molto più veloci quando si sente odore di cooperative,
così come dimostra il via libera al progetto delle due Torri di San
Benigno, approvato dalla giunta? Sul tema specifico gli risponde direttamente
Marta Vincenzi: è vero che non ci dev´essere più la colata di cemento
della città, siamo noi i primi a dirlo. «ma ho portato in commissione
urbanistica le varianti al Prg che erano ancora sospese, dividendole
tra quelle troppo avanzate per bloccarle, quelle su cui si poteva almeno
intervenire e quelle ancora da avviare, quindi subito fermate. Su san
benigno abbiamo studiato, cercato di limitare i volumi, ma il procedimento
era troppo avanzato, fermarlo sarebbe stato un problema. Abbiamo solo
chiesto alcuni elementi di modifica, abbassando lo zoccolo dei parcheggi.
Su questo si attiverà la conferenza dei servizi». Niente favoritismi
di alcun tipo, ribatte invece la sindaco: tanto è vero che questo è
un progetto che è in attesa da vent´anni. E sul regolamento edilizio?
Il dibattito è vivace, forse fin troppo, con un battibecco a più riprese
tra Gagliardi e il presidente della commissione urbanistica Italo Porcile
(Pd) che lo invita a leggere i documenti prima di parlare. Ma alla fine
anche l´assessore Pastorino ammette che il regolamento, pur adottato
dalla giunta Perìcu e già esaminato dalla Regione, prima di entrare
a regime ha bisogno ancora di qualche regolata. «E´ chiaro che le
nuove regole e anche una diversa organizzazione degli uffici hanno bisogno
di una messa a punto» ammette Pastorino, accettando alla fine la mozione
di Gagliardi pur con qualche modifica. I sì sono 27, si astengono Cappello
(Idv), Delpino (Pdci) e Nacini del Prc.

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