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Scelte libere in Libero Futuro

Di Norma Ferrara il . Dai territori, Interviste e persone, Sicilia

Un’irruzione nella sede della Confindustria a Caltanissetta ha messo a soqquadro i locali simbolo della ribellione degli imprenditori contro il racket.
Nella notte fra domenica e lunedì sono stati rubati cd e documenti per un attacco che colpisce dritto al cuore dell’imprenditoria siciliana. Da qui, solo pochi mesi fa, infatti  era partita una proposta senza precedenti: l’espulsione dalla Confindustria di coloro che pagano il pizzo. Non mollano,  si espongono e si organizzano, gli imprenditori che per anni hanno subito, spesso in silenzio. Solo qualche settimana fa proprio per dare loro sostegno è nata  Libero Futuro, associazione antiracket che nel nome porta con sé il coraggio e il sacrificio di Libero Grassi, imprenditore ucciso per aver denunciato il pizzo nel 1991.
Sulla situazione degli imprenditori siciliani e la nascita di Libero Futuro abbiamo sentito Tano Grasso, presidente della FAI.

E’ di ieri sera la notizia di un’ irruzione nella sede nissena di Confindustria, pensa sia stata una risposta alle scelte coraggiose degli imprenditori siciliani in questi ultimi mesi?

Si è un segnale. Pochi mesi fa gli imprenditori siciliani hanno fatto una svolta importante, scegliere di espellere chi paga il pizzo dalla Confindustria, ed è innegabile che il cuore di questa scelta sia stata la sede di Caltanissetta, la più innovativa e all’avanguardia in materia di antiracket. L’irruzione della scorsa notte non è casuale, ma credo possa allargarsi anche a vicende legate al contesto nisseno.

Colpire un simbolo per lanciare un messaggio?

 Si, esattamente. Un’azione più simbolica che non operativa. Sono stati rubati dei cd e dei documenti e questo è un fatto grave, ma l’attacco credo sia stato volutamente rivolto ad un luogo che ha prodotto importanti passi avanti nella lotta contro il racket

E non è l’unico. Qualche settimana fa si è costituita a Palermo Libero Futuro, anche questa una dura reazione contro quel simbolo dell’identità mafiosa che è il pizzo…

Si infatti, Libero Futuro è, nella storia dello Stato, una delle novità più importanti nel rapporto mafie – economia. E’ un’associazione antiracket nata nell’ambito di Addiopizzo e con il nostro pieno sostegno che avrà il compito di sollecitare gli operatori economici a denunciare e offrirà assistenza a coloro che inizieranno questo percorso.

Un’esperienza che rispetto alle altre volte è partita dai giovani?

Si, come dico io: “i figli hanno partorito i genitori”; queste nuove generazioni sono il punto da cui partire per ridare slancio e efficacia all’azione di sostegno e stimolo contro l’antiracket.

L’articolo di giornale trovato nel covo dei Lo Piccolo con la lista degli aderenti ad Addiopizzo, alcuni pizzini di Provenzano, che parlano di una certa prudenza da tenere nella richiesta del pizzo in alcune aree, una mafia che guarda all’antimafia in maniera diversa rispetto al passato?

Una mafia che “tiene d’occhio” l’antimafia.  Spesso lo fa per tenersene alla larga come nel caso della lista di Addiopizzo: sapere quali imprenditori aderiscono al consumo critico permette di evitarli. Spesso come ieri sera lancia segnali di reazione.

Libero Futuro, Addiopizzo, e realtà simili sono tutte conquiste sul fronte antiracket che sino a qualche anno fa non erano pensabili. Oggi parte proprio dai giovani la voglia di riscatto e progresso economico, pulito e libero.
Su questo fronte, sembra dire Tano Grasso, non si indietreggia di un millimetro.

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