Un modello positivo per battere le ‘ndrine
di Alessio Magro
Lo diceva Rosario Livatino, è fondamentale essere credibili. E per farlo occorre prima di tutto rispettare gli impegni presi, dare il segno della regolarità, della serietà, della continuità. Libera Informazione non ha tradito le promesse ed è già in azione. A partire dai territori: il 13 novembre il via al tour nelle regioni a “occupazione” mafiosa, con uno stimolante seminario a Polistena, in Calabria.
Nel novembre del 2006 con Contromafie, Libera chiama al confronto giornalisti e mediattivisti. Dal workshop dedicato all’informazione l’idea di un osservatorio su giornalismo e criminalità organizzata, per scuotere i media e imporre il tema mafie come prioritario. Poi due impegni: Roberto Morrione dà piena disponibilità per realizzare il progetto entro un anno. La parola è stata mantenuta: lo scorso 19 settembre la presentazione della Fondazione Libera Informazione e dell’Osservatorio sull’informazione contro le mafie. Strumenti operativi una redazione web e un sito multimediale (la versione definitiva sarà on line entro novembre).
L’idea è quella di costruire una rete tra le associazioni antimafia sui territori, i giornalisti e i micromondi dell’informazione locale. Libera Informazione vuole essere un punto di riferimento per queste realtà, un laboratorio di dialogo e confronto. Ma anche un elemento di stimolo per i media nazionali, per dare spazio a chi non ha spazio, per superare la logica dell’emergenza, per raccontare il positivo sottovalutato dell’antimafia sociale, e il negativo nascosto degli intrecci perversi tra massomafie, politica, istituzioni, economia.
La scelta di Polistena non è casuale. Un luogo simbolico: nella Calabria della ‘ndrangheta padrona, nella terra liberata dai boss con la coop Valle del Marro, nella città che ha visto 30mila calabresi in piazza con Libera lo scorso 21 marzo, alla Giornata della memoria e dell’impegno. Un seminario a Polistena per dare il segno della continuità, un segnale positivo in un periodo delicato, con le promozioni che non promuovono e i magistrati in prima linea sotto attacco.
Tanti giovani giornalisti, associazioni e movimenti, ma anche cronisti di razza come Toni Mira (Avvenire) e Pietro Melia (Tgr Calabria) e uomini d’onore, quello vero, come Mario Congiusta. Un seminario senza struttura, con don Pino De Masi a fare gli onori di casa e Morrione a dare gli spunti per il successivo dibattito. Una formula che ha scoraggiato probabilmente passerelle e presenzialismi. Dal confronto sono emerse alcune necessità. In primo luogo l’esigenza di dare spazio all’altra Calabria, al positivo, agli esempi passati e presenti, senza dimenticare e sottovalutare la realtà, che vede la ‘ndrangheta infiltrata ovunque. Poi l’urgenza di creare un raccordo permanente tra chi opera nel locale e chi si muove nel mondo dei media nazionali, per porre rimedio alle storture del sistema dell’informazione in Calabria.
Un mondo, quello del giornalismo calabrese, fatto di testate provinciali e regionali, di isole di comunicazione che non comunicano tra loro, di assenze pesanti come quelle dei grandi quotidiani nazionali, che non hanno una loro redazione e per lungo tempo hanno snobbato i calabresi, come ha fatto notare Mario Meliadò. E così notizie importanti sono passate sotto silenzio, giornalisti scomodi e senza la sponda dei grandi inviati sono stati zittiti, emarginati, allontanati. Un clima che ha spinto la categoria ad autocensurarsi, ha formato le nuove leve secondo la logica del mercato, come ha sottolineato Morrione nelle conclusioni, ha lasciato pochi riferimenti ai grandi inviati costretti a imparare a conoscere la Calabria da autodidatti. A volte con risultati mediocri.
Punti di vista diversi, analisi varie, sensibilità disomogenee, ma su tutto un valore unificante, quello del fare rete, che ha spinto i partecipanti al seminario di Polistena a dare disponibilità al progetto dell’osservatorio su informazione e mafie. E a chiedere continuità. Una sfida che Libera Informazione ha raccolto. Ed è pronta a mantenere. A partire dai prossimi seminari in Calabria, in Campania, in Sicilia e in Puglia. Si dà priorità al profondo Sud, senza dimenticare la Basilicata e il Lazio e senza sottovalutare l’ingombrante presenza della criminalit à organizzata nel resto del Paese.
IL CALENDARIO DEI SEMINARI
[13 Novembre: Polistena, per la provincia di Reggio Calabria]
22 Novembre: Casal di Principe (CE) per la provincia di Caserta
23 Novembre: Napoli
30 Novembre: Lamezia Terme
4 Dicembre: Palermo
5 Dicembre: Catania
12 Dicembre: Bari per la Puglia intera
18 Dicembre: Trapani
Seguiranno altri seminari in date ancora da stabilire in Calabria (Catanzaro, Vibo Valentia, Cosenza) in Sicilia (Gela, Ragusa, Agrigento) in Puglia (Brindisi, Foggia, Lecce).
I seminari hanno lo scopo di creare una rete tra i micromondi dell’antimafia e della stampa locale (associazioni, fondazioni, comitati, siti web, blog, quotidiani, emittenti radio e tv, riviste, singoli attivisti, enti locali e istituzioni decentrate) e il grande mondo dell’informazione nazionale.
Dunque, da una parte fare rete raccogliendo notizie, informazioni, spunti, lavori e progetti, dall’altra opera di pressione sui media italiani, per dare spazio a quelle notizie (non solo in negativo) che spesso faticano a trovare spazio nei palinsesti di radio e tv e sulle colonne dei giornali. Il contributo che chiediamo a quanti si trovano ad operare nelle realtà locali è quello di diventare una sorta di antenna, un riferimento per l’osservatorio da un lato e per l’esterno dall’altro.
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