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“Le diffidenze che alimentano la criminalità”

Di Cosimo Marasciulo il . Atti e documenti, Internazionale

Sono passati diciotto anni da quando il muro che divideva la Germania in due parti è stato abbattuto. Oggi “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, “Terra di fuoco” e i rappresentanti di ventinove associazioni europee si sono incontrati nella prima tappa del percorso politico e formativo FLARE (Freedom, Legality and rights in Europe) per confrontarsi, ricordare e proporre. Dopo diciotto anni continuano ad essere costruiti muri, barriere che separano e dividono dietro le quali si nascondono la paura e l’insicurezza ma anche il disagio e la povertà.

Dal muro di “sicurezza” israeliano al muro di confine tra gli Stati Uniti e il Messico, da quello in via Luigi Anelli a Padova a quella zona rossa innalzata a Genova durante il G8 del 2001 a dividere il potere della politica dall’antipotere dell’umanità. Barriere che possono essere anche di acqua (si pensi ai lunghi viaggi che migliaia di disperati compiono dall’Africa a bordo di gommoni e alla conseguente militarizzazione delle coste), così come di sabbia (si pensi al muro di Adhamiya in Iraq). Ma anche muri culturali fatti di indifferenza quotidiana e di pregiudizio. Ed è proprio dove c’è emarginazione, isolamento e segregazione che l’illegalità si produce, riproduce e agisce. Nel caos del diritto l’unico “ordine” che si costituisce è quello della criminalità organizzata, un ordine che opprime, violenta, annienta i diritti umani. Un ordine che diventa commercio clandestino di esseri umani, di donne, bambini, di droghe e armi. Un ordine che non riconosce diritti né solidarietà. Su di un battello che naviga sul fiume Spree i partecipanti a FLARE hanno potuto analizzare questa realtà. Dopo aver visto un breve documentario su tutte queste barriere i ragazzi e le ragazze del progetto hanno costruito un muro di cartone, contenente le parole chiave che oggi determinano divisione e ingiustizie, per poi abbatterlo in un gesto simbolico. Un gesto simbolico che però ha trovato la sua concretezza nella firma della carta d’intenti di FLARE. Una carta che diventa un ponte tra i ventuno paesi partecipanti, un ponte che unisce le diverse associazioni in un’eperienza comune che consentirà nel mese di giugno la creazione a Bruxelles di un network europeo contro le mafie.

Per maggiori informazioni consultare il sito http://flareprogramme.org/

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