Benvenuti a Seminara
di Mario Meliadò
Immaginatevi dialoghi di questo tipo, sì, immaginateveli. Immaginatevi che ci sia una cosca della ‘ndrangheta disposta a pagare il viaggio aereo a persone di un minuscolo centro della Piana di Gioia Tauro dove la ‘ndrangheta emana un odore più forte delle drupe degli ulivi, pur di farle votare (come dice “la Mamma” e per chi dice “la Mamma”, questo è chiaro). Immaginatevi pure che ci sia una cosca della ‘ndrangheta in grado di preconizzare il numero di elettori che sceglieranno secondo i propri voleri, diciamo 1.750… e, pochi minuti dopo le Amministrative del maggio scorso, di appurare d’aver sbagliato, sì, ma esclusivamente per difetto di 8 voti…
Svegliatevi, adesso.
Benvenuti a Seminara.
La Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria guidata dal procuratore aggiunto Salvo Boemi ha messo a segno 11 arresti. Tra questi c’è l’attuale sindaco Antonio Marafioti. Che era sindaco pure nella consiliatura precedente.
Sapete, questo dirigente di Forza Italia aveva dubbi… Non voleva più – pensate – ricandidarsi alla carica di primo cittadino. Ma poi gli è arrivata una telefonata. Dall’ altro capo del filo c’era Rocco Gioffrè detto ‘u ndolu o massarazzu, che non ha impiegato grandi giri di parole per fargli giungere il messaggio giusto:
Detto, fatto: Marafioti ricandidato, Marafioti trionfalmente di nuovo primo cittadino.
Tra i primi atti, il recupero di una cava d’interesse della “famiglia”, le connessioni con una fabbrica di fuochi d’artificio dei Gioffrè che si sarebbe fatta pagare dalla locale Amministrazione circa 130 milioni di ex-lire per un paio di minuti di giochi pirotecnici, la gestione di show con cantanti attori in vernacolo e tutto.
E non è stato il solo a convincersi di botto, Marafioti. Proprio no.
Pensate a Mariano Battaglia, stimatissimo quanto moderato attivista del Movimento Cristiano Lavoratori – Mcl (era presidente provinciale in carica), da tanti anni nell’Udc (benché alquanto critico verso l’attuale dirigenza e certe scelte recenti nel Reggino e in Calabria), impegnatissimo quando c’era da promuovere la sfilata storica che ricorda l’ingresso trionfale di Carlo V a Seminara…
Be’, Battaglia era vicesindaco anche quando sciolsero il comune per infiltrazioni mafiose, nel ’91, sedici anni passati senza mutamenti del quadro politico davvero significative. Mariano Battaglia ha tentato tante “scalate” politiche, provando a entrare fra i consiglieri provinciali di Reggio Calabria eletti nelle fila centriste… azzardando addirittura l’avventura come parlamentare europeo (ma nessun udiccino calabrese fu eletto in Calabria, a differenza dei lunghi anni in cui Strasburgo parlava catanzarese grazie a Nino Gemelli, già presidente della Commissione per le petizioni dell’Europarlamento, dal gennaio scorso aderente alla Democrazia cristiana…).
Be’, Battaglia aveva deciso di candidarsi in una lista d’opposizione rispetto a quella del ricandidato primo cittadino Marafioti. E probabilmente avrebbe corso per la carica di sindaco, con buone possibilità, anche in considerazione dell’ottima impressione generale destata dalla persona e della sua lunga militanza politica. Chissà, forse anche a lui arrivò una telefonata… Fatto sta che un po’ di giorni dopo, la lista “avversa” era sparita (diversamente da “Unione civica per Seminara”, lista d’ opposizione con candidato sindaco il diessino ed ex primo cittadino Salvatore Costantino, rimasta in piedi). E Mariano Battaglia?
Capolista – sì: capolista – nella lista maggioritaria “Insieme per Seminara”, e anche quarto eletto in Assemblea con 79 voti. Sufficienti per tornare “numero 2” di quello stesso sindaco che lui, in origine, non voleva nemmeno a Palazzo di città.
Il secondo più votato, sapete chi è stato? Adriano Gioffrè, il 27enne nipote del presunto capobastone, poi diventato assessore allo Sport. Per lui, 89 voti. Altri due parenti del capoclan erano rappresentanti di seggio. Ogni minuto, li chiamava, il “patron” Rocco: per sapere come andava, se tutto filava liscio, se questo e quello s’erano presentati, se erano corrucciati o sereni in volto o cordiali oppure…
E alla fine, grande festa in piazza!, e telefonate, e riso, e scherzi e battute… Eh sì, belle le elezioni, belle davvero quando c’è chi le sa “organizzare”.
Peccato davvero che l’operazione non abbia potuto prendere il nome dalla località dove s’è svolto il blitz della Dda reggina: località Topa di Seminara. Ci pensate? “Operazione Topa”… e quindi i magistrati hanno preso un’altra direzione.
E poi c’è Memè “il Professore”. Cioè Carmelo Buggè; che nel 1991, quando il Comune fu sciolto per mafia, di Seminara era proprio il sindaco…
Telefonate “hot”, ma soprattutto conversazioni registrate con attente intercettazioni ambientali, incastrerebbero questo sottobosco politico, che dovrà rispondere di voto di scambio e associazione a delinquere di stampo mafioso.
Undici arresti; e altre due persone – attualmente irreperibili – stanno per essere catturate.
Un’ultima annotazione ha però il sapore sferzante delle Verità Nascoste.
Riguarda Polsi.
Vedete, Polsi è sede del più frequentato Santuario mariano dell’ intero Mezzogiorno d’Italia. Ma è anche la località della Locride in cui, secondo voci da sempre alimentate (anche per una certa subcultura portata avanti in troppe famiglie, anche per la cosiddetta “mafiab music” che spopola da queste bande) e mai smentite, si tengono almeno annualmente i vertici della ‘ndrangheta…
Ebbene, molte personalità politiche, delle associazioni, ma pure della Chiesa hanno periodicamente tuonato:
Ebbene…
non era vero.
I magistrati della Dda hanno stroncato la diceria con nomi e date precisissimi.
Il 13 settembre 2007, s’è tenuto l’ultimo summit delle ‘ndrine a Polsi, nel bel mezzo dell’assiepatissima Festa della “Madonna della Montagna”. Duisburg, l’eccidio dei 6 giovani di San Luca davanti alla pizzeria “Da Bruno”, risale solo a un mesetto prima….
Ebbene, quella riunione s’è fatta. E c’erano gli Strangio. E c’erano i Pelle. E c’erano i Vòttari.
E c’erano anche alcuni tra gli arrestati in questo blitz antimafia, le persone che secondo i magistrati della Dda di Reggio Calabria condizionavano la vita politica a Seminara (e non solo… ma questa è un’altra storia).
Evidentemente come
di Mario Meliadò
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