Anche le vittime di mafia aspettano risposte dalla Finanziaria
di Mariangela Paone
Così a luglio il ministro per l’Attuazione del programma Giulio Santagata ha sedato le polemiche sollevate, appena venti giorni prima, dal comunicato con cui il Ministero dell’Economia avvertiva che per le previsioni contenute nel disegno di legge, già all’esame del Parlamento, non ci sarebbero stati soldi. Per spiegarlo, con una lettera della ragioneria dello Stato, il Tesoro, oltre agli stanziamenti necessari, ipotizzava un aumento di venti casi all’anno che si sarebbero aggiunti ai 500 già esistenti. Una stima che “Libera – associazioni, nomi, numeri contro le mafie” aveva definito “non congrua e moralmente inaccettabile”.
Dopo le proteste da parte delle vittime di mafia, da Palazzo Chigi era arrivato l’impegno per il recupero delle risorse in Finanziaria. E a spiegarlo pochi giorni dopo, in risposta ad un’interrogazione parlamentare, era stato proprio Santagata riconoscendo la necessità del provvedimento per eliminare “le discriminazioni economiche fra le famiglie delle vittime di eventi criminosi”. Lo stesso ministro ha sottolineato in quell’occasione che “la legislazione vigente in materia crea disuguaglianze e discriminazioni non giustificate: i trattamenti previsti sono diversi a seconda che il familiare sia stato vittima di un evento terroristico, di un agguato a carattere mafioso o di un evento criminoso tout court”.
A due mesi da quella presa di posizione, e mentre entra nel vivo la discussione sulla finanziaria, è stato il presidente della Commissione Antimafia, Francesco Forgione, a ricordare “la risposta non bella” che il ministero dell’Economia aveva dato riguardo ai risarcimenti. Parlando alla presentazione della Fondazione Libera Informazione, Forgione ha definito “vergognoso” che lo Stato non riesca a trovare i soldi per le vittime.
Nelle prossime settimane spetterà al governo dimostrare il contrario, dando attuazione all’impegno preso a luglio e trovando gli spazi necessari nei capitoli di spesa del bilancio per finanziarie il disegno di legge. Anche perché, come ha ricordato il presidente di Libera, Luigi Ciotti, “se quel provvedimento non fosse varato, lo Stato lancerebbe ancora una volta un segnale preoccupante nei confronti dei familiari che in questo modo subirebbero un’ulteriore umiliazione”.
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